Report italiano all’Oms sulla pandemia
Il «Guardian»: comunicato dati errati

Secondo il quotidiano britannico «Roma comunicò il massimo livello di preparazione senza aver aggiornato il piano pandemico».

L’Italia «avrebbe ingannato» l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sulla sua preparazione ad affrontare una pandemia meno di tre settimane prima che fosse confermato il primo caso di coronavirus nel Paese. Lo sostiene il «Guardian» citando il rapporto di autovalutazione, datato 4 febbraio 2020, nel quale l’Italia si qualifica a livello di preparazione «5», il più alto. Nella giornata di lunedì 22 febbraio il rapporto, inviato all’Oms dall’allora direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute Claudio D’Amario, è stato consegnato ai pm di Bergamo che stanno indagando sulla gestione della crisi del coronavirus.

Ogni anno i Paesi vincolati dal Regolamento sanitario internazionale (Ihr) - un trattato internazionale per combattere la diffusione globale delle malattie - sono tenuti a presentare all’Oms un rapporto di autovalutazione sullo stato della loro preparazione di fronte ad un’eventuale emergenza sanitaria.

Il rapporto di autovalutazione, scrive il Guardian, afferma che «il meccanismo di risposta alle emergenze nel settore sanitario e il sistema di gestione degli incidenti collegato a un centro operativo nazionale sono stati testati e aggiornati regolarmente». Tuttavia, ricorda il giornale britannico, è poi emerso che l’Italia non aveva aggiornato il suo piano pandemico nazionale dal 2006, «fattore che - sottolinea ancora il Guardian - potrebbe aver contribuito ad almeno 10.000 morti per Covid-19 durante la prima ondata» e che è uno degli elementi chiave nell’indagine della Procura di Bergamo. Il giornale scrive infatti che l’Italia «sarebbe stata obbligata ad aggiornare il piano secondo le linee guida dell’Oms nel 2013 e nel 2018».

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