San Giovanni Bianco, addio al dottor Pietro Redondi: campione di sport e montagna

Medico ed ex sindaco, 88 anni, tricolore nell’atletica. Nel 1989 ricevette il premio «Stella alpina». Il suo impegno anche per il Cai.

Non c’era evento sportivo e di montagna a cui lui non fosse presente. Sempre pronto a commentare, a raccontare quella valle e quel paese a cui era profondamente legato. Una passione fortissima che amava condividere con la sua gente.

San Giovanni Bianco e la Valle Brembana piangono la figura del dottor Pietro Redondi, morto ieri mattina, intorno alle 7,30, nella casa della figlia Francesca a Valdidentro (Sondrio), dove si trovava da circa due mesi. Avrebbe compiuto gli 89 anni venerdì, vigilia di Natale. Fu sindaco di San Giovanni Bianco per un anno, nel 1965.

Laureatosi nel 1959 a Pavia in Medicina con specializzazione in Pediatria, Puericultura e Malattie infettive, per 45 anni è stato medico di base a San Giovanni Bianco. Una vita intera dedicata al suo paese e alla sua gente. Una vita attraversata dalla passione per lo sport e la montagna, fin dal periodo universitario, quando vinse il titolo italiano dei 100 metri.

Sempre nell’atletica leggera, di cui fu campione polivalente, ottenne titoli master e partecipazioni a campionati europei. «Amava lo sport - ricorda la figlia Francesca - lo sci di fondo, la corsa, il ciclismo ma anche il motociclismo e l’automobilismo». Grande anche il suo impegno per la montagna e la sua valle: fu vicepresidente della sezione Cai Alta Valle Brembana. «Una persona apprezzatissima - lo ricorda l’attuale vicepresidente Cai della Lombardia Andrea Carminati di Brembilla -. Sempre presente e attivo, anche da consigliere». Un impegno per la montagna che gli venne riconosciuto nel 1989, quando, dall’Olimpia Bergamo ricevette il «Premio uomo per la montagna - Stella alpina d’oro», riconoscimento di cui andava particolarmente orgoglioso. Anche il Gruppo ciclistico di San Giovanni Bianco volle riconoscere il servizio prestato all’associazione con un premio.

«Una scomparsa improvvisa - ricorda Mario Boffellli, medico di base a San Giovanni Bianco - . Pietro è stato uno sportivo fino all’ultimo, per la nostra comunità sicuramente un’istituzione, una figura indimenticabile. Fu il mio medico di base quando io ero bambino, negli ultimi anni io sono stato il suo medico».

Ancora molto attivo fino a pochi anni fa, le sue condizioni di salute erano peggiorate con la scomparsa della cara moglie Ombretta Fagioli.

Recentemente aveva avuto un infortunio e, dopo un ricovero al Policlinico di Ponte Pietro, da circa due mesi era dalla figlia in Valtellina.

Ieri mattina il malore e la morte. La salma è stata poi portata nella casa di famiglia, sul viale Roma a San Giovanni Bianco. Pietro Redondi lascia i figli Francesca e Giovanni e gli otto nipoti.

«Ci ha insegnato a vivere in modo semplice, senza tanti fronzoli ma guardando all’essenziale - ricorda la figlia Francesca -. E per lui tra le cose essenziali c’era sicuramente la comunità in cui era cresciuto»

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