«Serve un cambio di passo in Lombardia»
Le proposte dei sindacati alla politica

Sanità, salute e sicurezza, lavoro e formazione, politiche sociali, casa e rigenerazione urbana, trasporti: questi i temi al centro del documento “Lombardia: cambiamo passo per ripartire”, con le proposte dei sindacati confederali per il confronto con la Regione e le Amministrazioni Locali. Sui contenuti del documento, Cgil, Cisl e Uil provinciali hanno tenuto ieri un incontro con il sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

Ecco le considerazioni dei tre segretari generali, Gianni Peracchi per Cgil, Francesco Corna per Cisl e Angelo Nozza per Uil, a conclusione dell’incontro.

«Il sindaco Gori ha condiviso l’impostazione del documento, i problemi posti e le indicazioni formulate, a partire dalla necessità di riorganizzare profondamente il sistema sanitario lombardo rendendolo sempre più decentrato nelle sue strutture per meglio rispondere alle esigenze di cura dei cittadini.

In questo senso è stata ritenuta particolarmente rilevante l’idea di riprogettare un modello in cui le amministrazioni locali, tramite i sindaci, possano avere un ruolo maggiore per poter ottenere una gestione che sappia realmente integrare le prestazioni sociali e sanitarie nel territorio. Gli spazi che il Comune di Bergamo ha messo a disposizione nei quartieri, le politiche di decentramento delle attività socio assistenziali e di prevenzione nell’area urbana, potrebbero offrire una opportunità di integrazione con le prestazioni dei medici di medicina generale e con le attività infermieristiche territoriali.

Potrebbero, cioè, contribuire a colmare un vuoto, quello del presidio della salute nel territorio, che si è manifestato in tutta la sua evidenza fin dalla prima ondata pandemica. Infatti, gli ospedali hanno risposto in modo eccellente all’emergenza ma è mancato un filtro a monte, appunto nel territorio, di natura assistenziale e preventiva.

Nell’incontro si è, inoltre, sottolineata l’importanza dei temi posti in agenda riguardanti le politiche abitative, con attenzione particolare alle fasce più povere della popolazione e ai soggetti che risentono maggiormente della crisi economica e sociale oltre che al tema del lavoro.

Si è convenuto sulla necessità, con il coinvolgimento di tutti gli enti preposti, di adottare in tempi brevi una strategia che metta in campo progetti e azioni di politiche attive in soccorso a lavoratori e lavoratrici che si troveranno in difficoltà con il superamento del blocco dei licenziamenti, attraverso processi di formazione e riqualificazione dei lavoratori dipendenti. Una strategia che, se realizzata, consentirebbe di sviluppare nuove competenze e di approdare a settori che inevitabilmente avranno più sviluppo di altri. Tutto questo per non farci trovare impreparati al momento della ripartenza dopo la fase emergenziale.

Al riguardo si è convenuto di considerare il livello provinciale come quello più adatto per costruire percorsi di formazione e di governo delle politiche attive per il lavoro, contando anche sulla capacità di resilienza del nostro sistema produttivo.

Durante l’incontro sono stati richiamati i documenti, già condivisi in sede locale, che prevedono macro-azioni per lo sviluppo del sistema Bergamo in chiave di valorizzazione della manifattura, dello sviluppo delle infrastrutture, della mobilità e della rigenerazione urbana, della tutela dell’ambiente. Ci riferiamo, in particolare, alle indicazioni elaborate nei tavoli Ocse lo scorso anno e nel progetto Bergamo 2020, strategia di rilancio e di adattamento. Si conviene, ciascuno per il proprio ambito, di sostenere presso le sedi politiche ed istituzionali, a partire dalla regione, le proposte elaborate da Cgil, Cisl e Uil regionali».

Qui il documento completo con le proposte dei sindacati per il confronto con Regione e Amministrazioni Locali: http://tiny.cc/a1s4tz

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