«Sono guarito, avete fatto una magia»
Dopo il trapianto il piccolo Alex sta bene

La sua storia ha mobilitato tutta l’Italia: centinaia di migliaia di persone in piazza per donare il midollo e salvare quel bimbo di due anni a cui avevano diagnosticato un mese di vita. Il bergamasco Franco Locatelli a capo dell’équipe del «Bambino Gesù» che l’ha curato.

Il piccolo Alex è guarito e questa volta è proprio lui a ringraziare i tantissimi donatori di midollo osseo che nei mesi scorsi si sono mossi per salvarlo. La storia del piccolo Alessandro Maria Montresor infatti ha mobilitato tutta Italia, Bergamo compresa, alla ricerca di un donatore di midollo osseo compatibile: al piccolo infatti, allora di poco meno di due anni, era stato diagnosticato un mese di vita. Con la famiglia si è trasferito da Londra a Roma per essere sottoposto a un trapianto all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Nonostante la grande mobilitazione non è stato trovato un donatore compatibile e l’ospedale ha optato per un trapianto di cellule staminali emopoietiche da genitore, in particolare dal papà. È stato il medico bergamasco Franco Locatelli, che dirige il dipartimento di Onco-ematologia, terapia cellulare e genica dell’ospedale pediatrico «Bambino Gesù» a curare con la sua équipe il piccolo Alex.

Sulla pagina Facebook, nel pomeriggio di sabato 4 maggio, è stato proprio il piccolo Alex a prendere la parola questa volta con una lettera bellissima: «Ciao a tutti, scusate se non vi ho aggiornato per un po’ di tempo ma con mamma e papà, assieme a tutti i medici e infermieri che mi hanno premurosamente curato in questo periodo, abbiamo deciso di essere concentrati sulla mia ripresa senza permetterci alcuna forma di distrazione.

Non è stato semplice, sono stato lontano da tutto e da tutti, ma adesso che il catetere venoso centrale, collegato al mio cuoricino per permettere l’infusione dei farmaci oltre che delle cellule staminali di papà, è stato tolto ed abbiamo avuto conferma dagli ultimi esami che le cellule del mio papà hanno completamente sostituito quelle mie malate, posso finalmente intraprendere una nuova avventura: vivere come i bimbi delle mia età. Ho combattuto come un guerriero, mi sono aggrappato alla vita con tutte le mie forze, così come giorno dopo giorno lo stanno facendo tanti altri bambini e malati che impavidi stanno combattendo battaglie estenuanti. Credo di essere stato anche un po’ fortunato, ho incontrato medici formidabili, sono stato curato in un centro d’eccellenza, e sono guarito; ma inevitabilmente il mio pensiero va a tutti quei bimbi, meno fortunati di me, che purtroppo non ce l’hanno fatta. E le mie preghiere rivolte ai loro genitori affinché possano trovare la forza di andare avanti.

Il mio non vuole essere un addio, ma un arrivederci, promettendovi che mamma e papà vi terranno aggiornati, anche perché ci sono tanti altri malati, tra cui numerosi bimbi come me, e che meritano parimenti la vostra attenzione ed il vostro aiuto. Non mi stancherò mai di ringraziarvi per l’amore sconfinato della vostra scelta coscienziosa di iscrivervi al registro dei donatori di midollo osseo, che sta donando a tanti altri bambini, e malati, un’altra occasione.

Vi prego, non lasciate infrangere questo maremoto sullo scoglio dell’indifferenza, ma sostenete la sua onda d’urto per alimentare le speranze di guarigione di altri malati, molti in età pediatrica come me. Io sono riuscito a compiere due anni perché papà mi ha donato le sue cellule staminali emopoietiche, e mi ha pure raccontato che è stato davvero molto semplice. Poi i medici dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù hanno fatto la magia e mi hanno salvato. Ed oggi sono qua a confessarvi che è di gran lunga più pauroso aver bisogno di un trapianto di cellule staminali emopoietiche non avendo un donatore compatibile disponibile, rispetto alla paura di un ago o di un intervento in anestesia locale per il prelievo delle cellule staminali.

Quindi non aspettate, uno di voi potrebbe esser il super eroe di qualcuno bisognoso di aiuto, così come il mio papà lo è stato e lo è per me!!! Non vivete col rimpianto di non averlo fatto, però dall’altro lato non perdete troppo tempo perché non è bello far aspettare i propri gemelli “genetici”... e soprattutto non vi tirate indietro qualora abbiate la gioia di essere chiamati a donare!!! Voi siete stati e resterete l’emozione più bella ed indescrivibile della mia vita».

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