Sos per il castello di San Vigilio
«Rischio crolli, il tempo stringe»

Il gruppo di lavoro sollecita interventi di messa in sicurezza. «Finora gestito come un giardino senza valorizzare il monumento»

Piante infestanti che corrompono la cinta bastionata, pietre sbrecciate che potrebbero cadere, ma anche tetti crollati anni fa e muri da consolidare che, dopo primi interventi di messa in sicurezza, non sono stati più toccati: è questa la fotografia del castello di San Vigilio oggi e riguarda sia le parti accessibili al pubblico sia quelle chiuse da tempo. Una condizione allarmante per la conservazione del castello e per la sicurezza di chi lo visita. A lanciare l’allarme sullo stato di degrado del monumento è il «Gruppo di lavoro San Vigilio sul castello di Bergamo»: cittadini, ognuno con una competenza specifica ( architetti, storici, ingegneri, ma anche artisti), uniti per far rivivere il castello. Nessun intento polemico, ribadiscono dall’associazione, ma solo la volontà di conservare un bene «che corre dei gravissimi rischi», seppure «così importante e prezioso per la storia di Bergamo».

«Da quando il Comune l’ha ricomprato negli anni ’50 e da quando è stato fatto l’intervento di restauro di Pinetti nel ‘61– spiega Francesco Macario, membro del Gruppo di lavoro, nonché ex assessore al Patrimonio, Edilizia privata e Politiche della casa nella Giunta Bruni –, il castello è stato sempre gestito come un giardino e non si è valorizzato il monumento storico, fondamentale fin dall’Alto Medioevo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA