Sosta a pagamento, nel 1968 come oggi
«Si scateneranno discussioni infinite»

«Un provvedimento che scatenerà discussioni infinite». Potrebbe essere l’inizio dell’articolo pubblicato su L’Eco di Bergamo di mercoledì 2 marzo sull’introduzione della sosta a pagamento anche nei giorni festivi. La testata è la stessa, la data è diversa: l’ 11 agosto 1968, quando L’Eco ha dato la notizia del via libera alla sosta vietata in centro a Bergamo.

Non è cambiato proprio nulla, anche le polemiche e i problemi della viabilità sono gli stessi da quasi 40 anni. Leggere per credere: «Nessuno vorrà negare che, così come era ridotto il parcheggio nella città, le cose non potevano continuare e che il Comune doveva pur tentare qualcosa per disciplinarlo e snellirlo – si legge nell’articolo -. Due problemi soprattutto stavano avanti all’amministrazione: sollecitare il cittadino a servirsi anche dei mezzi di trasporto pubblici, quei trams che costano un occhio della testa e che viaggiano spesso pressoché deserti, e inoltre ovviare al malvezzo di molti che parcheggiano dalla mattina alla sera le loro auto al centro della città, magari per un percorso di cinque minuti di cammino dalla loro casa, o dalla corriera o dal treno. La scelta dell’ora mattinale e dell’ora del primo pomeriggio come «divieto di sosta », ha appunto questo scopo».

Allora come oggi ci si interrogava sul successo o meno di un provvedimento coraggioso e impopolare per un’amministrazione. Accontentare tutti è impossibile: «Evidentemente, il segreto del successo o del fallimento del provvedimento dipenderà dalla misura, dall’obiettività e giustizia delle eccezioni, dal coraggio di essere altrettanto impopolare quanto ragionevole e attento. Non si può accontentare tutto e tutti, d’accordo, ma occorre scontentare intelligentemente e non perdere d’occhio le cose che sono realmente anche più importanti, per una città, della scorrevolezza Sicuramente importante del suo traffico».

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