Terremoto in Turchia e Siria, a quota 214mila euro la sottoscrizione Caritas

Solidarietà. La raccolta fondi è destinata ad aiutare le popolazioni colpite dal sisma. Don Trussardi: «Il numero delle donazioni è impressionante».

La generosità travolgente, quella per cui è nota la terra bergamasca, è tornata a sprigionarsi dopo l’apertura, l’8 febbraio scorso, di una sottoscrizione che la Caritas diocesana ha promosso per sostenere le popolazioni della Turchia e della Siria colpite dal terremoto. Nei primi dieci giorni di raccolta è stata raggiunta la quota 214mila euro, frutto di migliaia di donazioni di privati cittadini, imprese e associazioni. Ai primi 50mila euro messi in campo dalla Caritas di Bergamo si sono aggiunti altri 164mila euro, e le donazioni continuano ad arrivare ogni giorno sui tre conti correnti aperti ad hoc per raccogliere il denaro, che sarà poi destinato alla Caritas nazionale.

«Il numero di donazioni che sta arrivando è davvero impressionante – dice il direttore della Caritas bergamasca don Roberto Trussardi –. Molte di queste sono di piccolo taglio, anche da 10, 20 o 50 euro. Ma ciò vuol dire che in tanti stanno partecipando all’iniziativa». Una mobilitazione popolare che si ripete, dunque, dopo le sottoscrizioni aperte nel 2020 per il Covid e, l’anno scorso, per la guerra in Ucraina. Stavolta tutti i fondi raccolti serviranno a dare un aiuto alle persone di Turchia e Siria che hanno visto le loro città disintegrarsi sotto i colpi del terremoto. Alcune località sono state ridotte ad ammassi di detriti e, dopo la prima fase dell’emergenza, l’impegno dovrà essere quello di ricostruire al più presto interi paesi in sicurezza.

Anche per questo, in un primo momento, i fondi che la Caritas sta raccogliendo a Bergamo come nel resto d’Italia, resteranno in stand-by: la sede nazionale dell’ente confessionale della Cei è in contatto con le consorelle turca a siriana per capire come questi soldi potranno essere utilizzati al meglio: «In questa fase – dice ancora don Roberto Trussardi – la Caritas italiana ci ha invitato a pazientare: si stanno valutando le emergenze più gravi da affrontare. Quel che è certo è che per ora non servono vestiti e alimenti». Il trasporto fino a quelle zone è costoso, ma soprattutto si rischia di consegnare materiale che poi non sarebbe facile né distribuire, né stoccare, poiché anche i magazzini sono stati rasi al suolo dal sisma. L’idea è quella di affidare i soldi della raccolta italiana alle opere di ricostruzione, magari per finanziare nuove scuole, asili o strutture d’accoglienza. Ce ne sarà senz’altro bisogno: «Si stanno già facendo anche queste valutazioni – prosegue il direttore della Caritas di Bergamo –, per capire con chi si trova in quei Paesi quali progetti si potranno sostenere».

Nel frattempo i vescovi italiani hanno deciso che il 26 marzo prossimo, in tempo quaresimale, ci sarà una colletta nazionale proprio per sensibilizzare sulla necessità di raccogliere più aiuti possibile da destinare a queste popolazioni. «Sarà un momento di attenzione e di solidarietà, ma anche di preghiera – spiega don Trussardi –. Tenere viva l’attenzione in questi giorni, in cui anche le immagini trasmesse dalle televisioni sono tantissime, è più facile. Per questo alcuni parroci stanno chiedendo di anticipare la raccolta. Quella del 26 resterà comunque una giornata di colletta nazionale e di riflessione». Tutto quello che anche le parrocchie riusciranno a raccogliere sarà poi inviato alla Caritas.

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