«Inquinamento a Orio non superiore
a quello delle automobili o dell’industria»

L’assessore Terzi: «I dati Arpa dicono che l’inquinamento dovuto all’attività aeroportuale non sono superiori, e molto spesso addirittura inferiori».

L’ha comunicato l’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile, Claudia Terzi, in una conferenza stampa indetta allo Ster, alla presenza del presidente dell’Agenzia, Bruno Simini, dei sindaci dell’hinterland, dell’assessore all’Ambiente del Comune di Bergamo Leyla Ciagà e dei rappresentanti dei comitati aeroportuali.

Durante l’incontro è stata presentata la relazione finale relativa alla campagna di monitoraggio della qualità dell’aria del sedime aeroportuale dell’aeroporto Caravaggio di Orio al Serio relativa al periodo maggio-giugno 2014 e dicembre 2014-marzo 2015. Lo studio, richiesto dall’Assessorato all’ambiente di Regione Lombardia e realizzato in convenzione dal’Arpa con la società Sacbo Spa, è stato effettuato in due fasi. Il monitoraggio durante il periodo estivo ha compreso sia una fase senza i voli (a maggio per il rifacimento della pista), sia una fase con la ripresa della normale attività. Quella invernale ha invece permesso di cogliere il periodo di maggior ristagno degli inquinanti atmosferici.

La Terzi ha sottolineato che un monitoraggio di questo tipo è il primo in Italia e farà scuola in Europa. Ecco le conclusioni con questa premessa. «La campagna di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico ha consentito una caratterizzazione generale della qualità dell’aria dell’area durante un periodo invernale e l’approfondimento sui livelli di microinquinanti potenzialmente correlabili con le attività aeroportuali.

Anidride solforosa, monossido di carbonio e diossido di azoto: come già osservato in precedenza, non ci sono evidenti differenze significative tra i siti potenzialmene sottoposti alle emissioni aeroportuali rispetto ai siti di controllo della provincia di Bergamo.

Polveri sottili e micropolveri: concentrazioni omogenee con quelle effettuate nelle centraline di controllo. La stima della loro media annuale ci permette di affermare che il limite per la protezione della salute umana non è stato superato nel 2014.

Benzopirene: la stima della media annuale relativa al 2014 ci permette di affermare che il limite per la protezione della salute umana non è stato superato nel 2014.

Il confronto tra le misure estive e invernali della risospensione del Pm10 ha confermato l’importanza dei lavori di manutenzione delle piste sulle concentrazioni di particolato misurate nel periodo estivo.

A Orio e Grassobbio, il particolato risulta un po’ più arricchito di elementi quali manganese, nichel e zinco rispetto al sito di fondo di Casirate e di traffico di Milano via Senato, sebbene le concentrazioni assolute siano confrontabili. Tale arricchimento potrebbe essere attribuito alle attività aeroportuali o anche alle altre attività antropiche della zona (traffico pesante, attività industriali).

Il bilancio di massa ricostruisce fino al 99% della massa del Pm10 a Orio al Serio, Grassobbio e Casirate d’Adda, quale sito di confronto. La composizione del Pm10 risulta essere sostanzialmente la stessa ovunque. I componenti principali sono la materia organica e sali inorganici secondari, che non dipendono soltanto dalle emissioni locali, ma da quelle di tutto il bacino aerografico, se non dalle emissioni di tutta la Pianura Padana.

I microinquinanti gassosi come i Btex (benzene, toluene, M-P-Xylene, Etilbenzene e Oxylene) e aldeidi (Formaldeide e Acetaldeide) non mostrano una distribuzione spaziale sul territorio correlabile direttamente alle attività aeroportuali, rimanendo comunque ben al di sotto sia dei limiti vigenti o in loro assenza dei valori guida proposti dall’Oms.

Naftalene: marker delle emissioni aeroportuali, ha concentrazioni in tutti i siti di misura, inferiori al limite di rilevabilità strumentale.

Metil-T-Butil etere: ha valori di concentrazione comparabili in tutti i siti, con l’eccezione di quelli di Bergamo, via Borgo Palazzo, vicino a un distributore di carburanti, dove si misura un valore decisamente più elevato. Questo non sorprende ricordando che l’MTBE è un componente importante e facilmente evaporabile delle benzine e quindi direttamente correlabile alla presenza del distributore e degli autoveicoli.

Nell’allegato tutto lo studio

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