Diplomi falsi a 3mila euro, 25 prof indagati
L’indagine corre da Cosenza a Bergamo

Erano usati per accedere all’insegnamento. Individuata anche la stamperia dove venivano contraffatti, in casa di un pensionato cosentino.

Tremila euro per un diploma, rigorosamente falso, ma che apriva le porte all’insegnamento a scuola. Era la tariffa che si faceva pagare un pensionato 69enne che aveva fatto di Mangone, piccolo paese di poco meno di 2.000 abitanti a 20 chilometri da Cosenza, il centro nevralgico di un vasto sistema finalizzato alla falsificazione e all’utilizzo, sull’intero territorio nazionale, di diplomi apparentemente rilasciati da istituti magistrali statali e paritari delle province di Cosenza e di Reggio Calabria, nonché da scuole di specializzazione per l’insegnamento di sostegno agli alunni portatori di handicap, dall’Istituto nazionale scuole e corsi professionali di Cosenza. Titoli che, in realtà, erano poco più di carta straccia.

A scoperchiare il pentolone di questo sistema fraudolento sono stati i carabinieri della Compagnia di Cosenza che nella mattinata di venerdì 14 giugno hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari emesso dalla Procura della Repubblica nei confronti di 25 insegnanti tra le province di Cosenza, Lecce, Pistoia, Milano, Bergamo, Forlì-Cesena, indagati, a vario titolo, per falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità materiale commessa da privato in concorso e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. I titoli falsi venivano acclusi dagli indagati alle domande per essere inseriti sia nelle graduatorie ad esaurimento, sia in quelle d’istituto per l’assunzione come insegnante nelle scuole primarie e dell’infanzia, su posto comune e sul sostegno.

A casa del pensionato i carabinieri hanno trovato un vero e proprio «diplomificio», con computer, stampanti e materiale informatico, oltre a copie cartacee di diplomi già falsificati. In particolare, sono state trovate 30 stampe di diplomi apparentemente rilasciati dall’”Istituto Nazionale Scuole e Corsi Professionali», compilati con nominativi di insegnanti già emersi nel corso dell’operazione, oltre a due risme di carta pergamenata per diplomi, in bianco, pronte per la stampa.

L’inchiesta che ha portato all’avviso di conclusione indagini è lo sviluppo di una precedente tranche in cui, nel 2017, erano già stati indagati altri 33 insegnanti. Proprio il clamore mediatico di quella vicenda ha spinto diversi dirigenti scolastici a svolgere controlli approfonditi sui titoli presentati dagli aspiranti insegnanti ed a segnalare ai carabinieri alcuni casi sospetti che hanno fatto da input per nuove indagini, condotte in sinergia con gli Usr-Atp di tutta Italia. Molti dei docenti trovati in possesso dei titoli falsi sono già stati allontanati dall’insegnamento.

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