Tizzani: «Ho ammazzato mia moglie»
Le intercettazioni in auto al processo

Tre intercettazioni ambientali sull’auto dell’imputato Antonio Tizzani irrompono nel processo per il delitto di Gianna Del Gaudio, l’ex professoressa uccisa nella sua villetta di Seriate la notte tra il 26 e il 27 agosto 2016.

Tre intercettazioni ambientali sull’auto dell’imputato Antonio Tizzani irrompono nel processo per il delitto di Gianna Del Gaudio, l’ex professoressa uccisa nella sua villetta di Seriate la notte tra il 26 e il 27 agosto 2016. Ne ha accennato uno dei carabinieri del nucleo operativo di Bergamo che aveva svolto le indagini, chiamato dal pm Laura Cocucci nella mattinata di mercoledì 21 ottobre in aula a elencare parte degli elementi di indagine. Sono tre frasi captate mentre Tizzani sta guidando la sua auto. L’imputato parla da solo. La prima è del novembre 2016: «Scusami per quello che ti ho fatto» dice e secondo chi indaga la frase sarebbe riferita alla moglie uccisa. Sempre mentre è sulla sua Fiat Bravo da solo, stavolta nel febbraio 2017, le cimici captano altre due frasi di Tizzani: «Ho ucciso un angelo» e «Ho ammazzato mia moglie». Secondo gli investigatori sono una sorta di sfogo-confessione e già nella prossima udienza, in programma martedì 27 ottobre e che prevede l’esame dell’imputato, l’ex ferroviere alla sbarra con l’accusa di omicidio volontario potrebbe essere chiamato a spiegarne il senso.

Stamattina sono stati sentiti come testimoni anche il figlio dell’imputato, Paolo, e la moglie di quest’ultimo, Elena Foresti. Le dichiarazioni in aula dei due sono risultate spesso non rispondenti a quanto avevano messo a verbale davanti ai carabinieri subito dopo l’omicidio, soprattutto sul tema dei presunti maltrattamenti a cui Tizzani avrebbe sottoposto la moglie. A un certo punto Elena Foresti ha ammesso di essersi inventata all’epoca molte cose, di aver calcato la mano su liti ed episodi di aggressione fisica del suocero ai danni della consorte. L’avrebbe fatto, ha spiegato stamattina in aula la donna, sollecitata da pressioni esercitate dagli investigatori che la stavano interrogando. Per entrambi la pm Cocucci ha chiesto alla corte la trasmissione degli atti per falsa testimonianza.

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