Azzano, scatta la super perizia
Il pm: «Scapin agì per vendetta»

Mercoledì l’udienza per il conferimento dell’incarico al perito. Il 24 il Riesame per il ricorso della Procura, che ipotizza l’omicidio volontario contro la decisione del gip, che ha messo il giovane investitore ai domiciliari per omicidio stradale.

Mercoledì l’udienza per il conferimento dell’incarico al perito, il 24 la decisione del Riesame. Sullo sfondo la medesima domanda: cosa è successo la notte tra il 3 e il 4 agosto ad Azzano, sulla Cremasca, dove sono morti Luca Carissimi e Matteo Ferrari? La collisione tra la Mini Cooper di Matteo Scapin e la Vespa su cui viaggiavano Luca e Matteo, rimasti uccisi nello scontro, fu l’effetto di un momento di panico di Scapin, impaurito dopo una notte di litigi con i ragazzi, prima dentro e poi fuori dalla discoteca Setai?

Questa è la versione dello Scapin parzialmente accreditata dal gip Vito Di Vita, che ha riqualificato l’omicidio volontario contestato dalla Procura in omicidio stradale e omissione di soccorso. O Scapin era mosso da sentimenti di rivalsa, come ipotizza il pm Raffaella Latorraca, che gli contesta il dolo dell’omicidio volontario? Pm che ha impugnato l’ordinanza del gip, sostenendo che il dolo per il quale secondo il giudice non c’erano evidenze, esisteva eccome: rimarcando che non solo nei video agli atti la Mini Cooper era in accelerazione e poi in fuga senza segno di frenata (e quindi Scapin non avrebbe avuto motivo di intimorirsi, visto che la Vespa con i due ragazzi si trovava davanti a lui e non dietro), ma anche che la sua auto, stando alle foto agli atti, ha una vera ammaccatura frontale, oltre al paraurti anteriore rotto e la targa saltata, ritrovata poi nei campi. E Scapin sapeva che, avendo perso la targa, sarebbe stato facilmente rintracciabile: quindi, secondo l’accusa, la sua chiamata al 112 per dichiarare di aver causato un incidente sarebbe stata un «tentativo di riparare ai danni».

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