Turismo, si studia la ripartenza
Si punterà ai soggiorni in Italia

È tra le incognite più indecifrabili e più sentite. Quando e come ripartirà il turismo?

A oggi di certezze ce ne sono poche, di casa si può sostanzialmente uscire solo per le questioni di stretta necessità, e per di più i confini tra regioni sono ancora «blindati». Si capirà qualcosa di più solo fra qualche settimana, come minimo, peraltro rimanendo in attesa di decifrare, in un gioco di specchi, ciò che faranno anche gli altri Paesi.

È un settore, quello del turismo, che vale il 13% del Pil italiano e non si limita «solo» a viaggi e hotel, ma comprende un indotto molto ampio. In tutta Italia e naturalmente anche per Bergamo. «Il colpo è durissimo, proprio per questo la riflessione deve essere allargata a tutto ciò che si lega al viaggiare: dai ristoranti alla cultura alle forniture degli hotel, dagli eventi culturali ai congressi», sottolinea Enrico Brignoli, direttore dell’agenzia viaggi Ovet.

«La previsione è che si riparta gradualmente con gli spostamenti in Italia, e le regioni si stanno muovendo per creare operazioni vantaggiose che attirino turisti e dunque diano ossigeno alla propria economia, per esempio offrendo una notte su tre (un’ipotesi al vaglio della Sicilia, ndr). Bisogna poi ovviamente capire come si apriranno i confini tra Paesi - rimarca Brignoli -. È ciò che stanno attendendo le compagnie aeree: da giugno in poi, a oggi i voli in teoria ci sono, non sono ancora stati cancellati, ma è una situazione work in progress. Di conseguenza, anche le agenzie viaggi stanno aspettando i propri fornitori per fare una programmazione».

Per esplorare il campo delle ipotesi, si guarda alle cifre dei contagi: la Grecia ha tutto sommato retto, così come - restando nel Mediterraneo - Egitto e Tunisia; e se la Spagna è stata toccata duramente, è anche vero che isole come le Baleari e le Canarie hanno avuto molti meno casi. C’è poi il turismo più «culturale»: «Tutti i Paesi, tendenzialmente, si stanno attrezzando per misure contro l’assembramento, per esempio nei musei - segnala Brignoli -. Si cercherà però di promuovere eventi culturali in spazi aperti». Sul tema dei viaggi business, quelli appunto legati a congressi ed eventi, cioè spazi chiusi, l’ipotesi è che si riparta solo da settembre in poi.

Per salvare il turismo vacanziero, «la speranza è riuscire a ripartire con luglio e agosto - prosegue Brignoli -. Stiamo pianificando con i fornitori la ripartenza. Luglio è anche il periodo tradizionale delle vacanze dei nipoti con i nonni, per esempio, mentre agosto è il mese della classica vacanza. In tanti stanno contattando le agenzie per chiedere informazioni sui viaggi prenotati. Altri, invece, per capire quali siano le prospettive per una vacanza: pur nel dolore per l’emergenza e nelle difficoltà anche economiche, si sente il bisogno di provare a trovare dei momenti di serenità».

Sul tema dei rimborsi dei viaggi già prenotati si è misurato anche il governo, che sta imboccando la direzione dei «voucher salva-vacanza» (cioè non il rimborso, ma un buono equivalente da spendere successivamente) così da provare a contemperare le esigenze di consumatori e operatori economici. E il turismo a Bergamo? «Negli ultimi dieci anni il salto di qualità è stato importante, ora ci attendono tempi difficili - riflette Brignoli -. Ma è anche dal turismo che Bergamo può ripartire. Anzi: per turisti da fuori Bergamo, visitare il nostro territorio e sostenere le nostre attività può essere una dimostrazione di solidarietà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA