Un ponte tra Bergamo e Amman
Già curati 41 piccoli siriani

Il cardiochirurgo bergamasco Giancarlo Crupi guida l’associazione Hch che esegue interventi gratuiti in Giordania per i malati dei campi profughi. Sono già 41 i piccoli siriani operati.

I bambini sono le principali vittime di conflitti, guerre, carestie, persecuzioni. E tra questi, i piccoli malati sono ancora più indifesi, perché spesso per loro viene meno anche la più flebile possibilità di essere curati. Con l’intento di dare una speranza e un’opportunità di vita ai bambini cardiopatici del Medio Oriente è nata Hch, Healing a Child’s Heart onlus: il «cuore» di questa organizzazione è tutto bergamasco, con ai vertici Giancarlo Crupi, il cardiochirurgo pediatrico con esperienza più che trentennale agli Ospedali Riuniti e poi al Papa Giovanni di Bergamo, e altrettanta in spedizioni di cooperazione umanitarie, a partire dal 1999 con una missione a Gerusalemme est per poi continuare anche a Ramallah e nella striscia di Gaza.

«L’obiettivo principale di Hch ora è quello di dare una speranza ai bambini indigenti del Medio Oriente che soffrono di cardiopatie congenite. E in particolare vogliamo aiutare i bimbi che vivono nei campi profughi internazionali in Giordania – evidenzia Giancarlo Crupi . Sono in gran parte siriani, non hanno alcuna possibilità di essere curati: nei campi profughi oltre al pronto soccorso, non c’è altro. La onlus Hch ha stretto un accordo con un ospedale ad Amman, l’Istiklal Hospital «e grazie a questo accordo ogni intervento per cardiopatie congenite costa 5.000 euro (un identico intervento a Bergamo costerebbe almeno 25 mila euro). La onlus e Gift For Life si occupano di raccogliere i fondi, permettendo così ai bambini di essere curati gratuitamente. A oggi abbiamo operato ad Amman 41 bambini provenienti da Giordania, Siria, Iraq e Palestina».

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