Il sindaco Gori: «Tutta la città piange
I genitori cercano giustizia, non vendetta»

Luca e Matteo era cresciuti in Borgo Palazzo. La comunità: «Le nostre voci non hanno parole per quanto accaduto. Le nostre menti non hanno spiegazioni. I nostri cuori sono vicini alle famiglie per il grande dolore. Il borgo si unisce in un grande abbraccio per loro».

Il sindaco Giorgio Gori ha incontrato i genitori dei due ragazzi e poco fa ha postato un post sulla propria pagina Facebook: «Non credo ci sia dolore più grande di quello di un padre e di una madre che perdono tragicamente il proprio figlio, nulla di più straziante. Ieri ho abbracciato i genitori di Luca Carissimi e di Matteo Ferrari, i due ragazzi di Borgo Palazzo falciati sulla strada di Azzano nella notte tra sabato e domenica. Non avevo parole, solo la carezza di un papà a padri e madri messi di fronte a una prova più grande di loro, il desiderio di portare loro un poco di conforto, la vicinanza mia e di tutta la città. Perché quando succede una cosa così, quando si perdono due giovani vite per il più stupido dei motivi – quella di Matteo è ancora appesa al battito del suo cuore ma i medici non hanno dato speranze – è tutta una città che piange, non solo due famiglie. È tutta la città che si chiede come sia possibile, che cerca un senso di fronte ad una tragedia che devasta il cuore. Non ho trovato rabbia negli occhi di questi genitori, e sì che sarebbe stata comprensibile, tanto meno desiderio di vendetta. Di giustizia – quella sì – ma forse ne avvertiamo più noi il bisogno, perché ci preme che una cosa così non debba più accadere, e serve per questo che le responsabilità non restino impunite».

« Per chi ha cresciuto quei ragazzi, per chi li ha nutriti, educati, protetti e amati fino ai loro 21 e 18 anni – continua Gori – alla fine conta poco, di fronte al fatto enorme di non averli più tra le braccia. Ha detto bene don Eliseo, il parroco di Sant’Anna: un figlio che viene portato via così, la ragione non riesce a comprenderlo, solo la fede può dare la forza di superare una cosa così inspiegabile, l’idea che un altro Padre lo stia abbracciando in questo momento. E comunque, anche per chi non ha la fortuna di credere, questi due ragazzi lasciano un segno profondo, un seme destinato a dare frutti. Basta leggere i commenti degli amici, bastava vederli ieri sera fuori dalla Terapia intensiva che ha accolto Matteo, basta parlare con i vicini di casa delle Canarie e di via Serassi, o con i negozianti delle botteghe del Borgo. In una città che a volte fatica a ritrovarsi, in un tempo che suggerisce velocità e indifferenza, il Borgo resiste come luogo dell’incontro e della condivisione. Puoi anche far finta che non sia così, finché non arrivano momenti come questi. In cui il tuo quartiere, quello in cui sei nato e cresciuto, ti si stringe attorno e ti fa sentire meno solo».

La comunità di Borgo Palazzo, dove Luca e Matteo Ferrari vivevano e dove sono cresciuti, il giorno dopo è ancora incredula di fronte all'assurda tragedia. Entrambi sono molto conosciuti nel quartiere, come le loro famiglie. Nella serata di domenica 4 agosto la pagina Facebook delle Botteghe di Borgo Palazzo ha voluto esprimere le condoglianze alle famiglie con un post toccante: «Ogni giorno vediamo i ragazzi del borgo mentre camminano o passano in motorino fuori dalle nostre botteghe. Per anni abbiamo visto Luca e Matteo crescere. Le nostre voci non hanno parole per quanto accaduto questa notte. Le nostre menti non hanno spiegazioni. I nostri cuori sono vicini alle famiglie per il grande dolore. Il borgo si unisce in un grande abbraccio per loro».

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