Una notte con i senzatetto al Galgario
Il reportage per abbattere le paure

Tanti giovani hanno risposto all’iniziativa della Caritas diocesana bergamasca per far conoscere la realtà del nuovo dormitorio.

Oumar, il «re del tè», prepara il pentolone. Dentro ci mette cinque bustine di infuso – «prima ne usavo sei, poi ho diminuito altrimenti si fatica a dormire» –, poi versa due bicchieri e mezzo di zucchero: «Se è troppo amaro, si lamentano», ride. Poco dopo, appena dopo le 21, nel chiostro, attorno al tavolo, per alcuni la bevanda è un appiglio di caldo dopo una giornata dura nell’ombra della città; per altri, il primo momento conviviale di una notte speciale in cui le differenze si affievoliscono sino a sparire.

È il Galgario che spalanca le porte alla città, è la città che s’affaccia a una realtà che spesso sfugge. Metti una notte diversa da tutte le altre: in un dormitorio, accanto agli ultimi. L’idea di Caritas Bergamo s’è trasformata in realtà tra mercoledì 14 e giovedì 15 novembre, poi ancora tra venerdì e sabato: cittadini «comuni» hanno trascorso una notte nel nuovo Galgario, conoscendo il lavoro quotidiano degli operatori e conoscendo gli ospiti, i senza fissa dimora. Sono soprattutto giovani i cittadini che hanno risposto all’invito di Caritas, che nella «Settimana della povertà» ha sperimentato «Le notti del Galgario».

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