Unibg, il ministero assegna 21,82 punti organico: nuove possibilità di assunzione

Il ministero dell’Università e della ricerca ha reso nota martedì 26 ottobre l’assegnazione dei punti organico (l’unità di misura del reclutamento di personale nelle Università) per l’anno 2021.

Il ministero dell’Università e della ricerca ha reso nota martedì 26 ottobre l’assegnazione dei punti organico (l’unità di misura del reclutamento di personale nelle Università) per l’anno 2021. Un’altra conferma dei risultati raggiunti nel percorso di crescita dell’Università degli studi di Bergamo per il superamento della situazione di sottodimensionamento e sottofinanziamento che per anni l’hanno caratterizzata. Sono stati assegnati ben 21,82 punti organico riconoscendo un turn over pari al 216% (il dato tra i più elevati tra le università e coerente con l’indice di solidità economica finanziaria anch’esso il più elevato del sistema: 1,53 vs 1,22 della media nazionale). Un risultato davvero eccezionale se si considera che circa la metà degli atenei non sono riusciti ad ottenere punti sufficienti a coprire le uscite dell’anno precedente.

Questo risultato è legato anche all’aumento di FFO realizzato sul 2020 e alla situazione economica complessiva dell’Ateneo . L’assegnazione delle facoltà assunzionali infatti dipende dall’indicatore di spese di personale, che per il 2020 scende nonostante le nuove assunzioni e l’indicatore di sostenibilità economico-finanziaria che conferma il trend positivo. “Un’altra conferma dei risultati raggiunti; – spiega il Rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini – questi punti organico si aggiungono a quelli relativi all’anno precedente, che già sono stati un risultato eccezionale anche in considerazione della premialità riconosciuta, e che sono oggetto di una importante programmazione di assunzioni che interessa il personale docente, ricercatore e tecnico amministrativo a cui l’ateneo sta lavorando da tempo, in modo puntuale, per costruire una struttura organizzativa in grado di rispondere alle prossime sfide che il sistema produttivo nazionale e comunitario chiede alle Università quali propulsori dello sviluppo del Paese. Siamo ancora molto lontani dal limite dell’80% dell’indicatore di spese di personale e questo è una garanzia rispetto alla sostenibilità della capacità assunzionale dell’Ateneo. Sono particolarmente contento di poter lasciare alla prossima governance la concreta possibilità di poter ulteriormente incrementare le capacità assunzionali e proseguire quindi nel riequilibrio già in corso nel sottodimensionamento tra docenti/personale/studenti”.

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