Prime vaccinazioni anti-Covid a Bergamo
Medici e operatori sanitari in prima linea

Tra i primi a ricevere la dose di vaccino all’ospedale Papa Giovanni è stato Luca Lorini, primario della Terapia intensiva. Giuseppe Remuzzi, direttore del Mario Negri, primo vaccinato ad Alzano.

C’è anche il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, simbolo della lotta al Covid in tutto il mondo, tra i centri in cui oggi (domenica 27 dicembre) sono state eseguite le prime vaccinazioni contro il virus. Il primo ad essere vaccinato è stato Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Bergamo. Poi è stato il turno degli altri rappresentanti delle professioni sanitarie: il Presidente dell’Ordine degli Infermieri, Gianluca Solitro, Guido Muzzi, Presidente dell’Ordine TSRM-PSTRP della provincia di Bergamo (Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione) e tecnico di Radiologia al Papa Giovanni. A seguire è stato il turno di Luigi Greco pediatra bergamasco e membro del CTS regionale.

È stata poi la volta degli operatori del Papa Giovanni. A ricevere le prime dosi 13 medici, 9 infermieri, 2 tecnici e 2 operatori socio sanitari (OSS), che non hanno contratto il virus e che in questi mesi hanno dato un contributo insostituibile contro l’emergenza sanitaria che ha sconvolto la città e la provincia di Bergamo, in particolare nella primavera di quest’anno, insieme a rappresentanti del mondo socio sanitario territoriale, tutti pronti a farsi vaccinare con l’intento di trasmettere un messaggio importante alla popolazione sul ruolo cruciale che il vaccino ha nella lotta alla pandemia da Covid-19. Tra loro citiamo il primario di Terapia intensiva dell’ospedale «Papa Giovanni» di Bergamo, Luca Lorini (nella foto di apertura), il collega del reparto di Malattie Infettive, Marco Rizzi, il direttore del Pronto soccorso, Roberto Consentini.

«Anche oggi il Papa Giovanni è in prima linea per dare il proprio contributo nella lotta contro il Covid – ha commentato Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Dopo tanti mesi in apnea dedicati alle cure ospedaliere e alle tante attività che hanno caratterizzato l’emergenza da oggi siamo in prima linea con i vaccini, l’unica arma agognata dal mondo intero in tutti questi mesi per porre fine alla pandemia e all’emergenza, non solo sanitaria ma anche economica e sociale, che il Covid ha determinato. Una giornata simbolica, dove a scendere in campo sono stati i nostri operatori più rappresentativi, per il loro ruolo e per il contributo dato alla gestione dell’emergenza insieme a figure simbolo del mondo della sanità bergamasca. Ringrazio tutti quanti per aver aderito con convinzione alla campagna e ringrazio i nostri operatori in prima linea nella lotta contro la pandemia anche oggi, speriamo ultima tappa di un percorso difficile e doloroso».

Presenti alla V-Day del Papa Giovanni con il Direttore Generale Maria Beatrice Stasi e il Direttore Sanitario Fabio Pezzoli anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e l’assessore alle Infrastrutture trasporti e mobilità sostenibile di Regione Lombardia, Claudia Maria Terzi.

«Oggi possiamo intravvedere una luce, l’arrivo del vaccino potrà portare progressivamente a una svolta nella battaglia con questo nemico subdolo - ha commentato l’assessore regionale Claudia Maria Terzi -. Questo anno drammatico per il nostro territorio, e lo dico da bergamasca, si chiude quindi con una speranza tangibile, con una prospettiva nuova e incoraggiante. Ringrazio di cuore tutti gli operatori della sanità bergamasca per la competenza, la generosità e lo sforzo immane che messo in campo in questi mesi».

«Vivo questo 27 dicembre, primo giorno di vaccinazioni, come una festa della vita, specialmente per Bergamo, la nostra città – ha commentato Giorgio Gori -. So che anche tra noi c’è chi affronta questo passaggio con diffidenza. Vorrei rassicurarlo, invitandolo a considerare la scienza una compagna affidabile e il vaccino come lo strumento che ci consentirà di far ripartire l’economia e il lavoro, la chiave che ci restituirà la dimensione collettiva che il virus ci ha sottratto. In questa dimensione la libertà individuale non può prescindere dalla solidarietà: se c’è una cosa che l’esperienza del Covid ci ha insegnato è che nessuno può porsi in salvo da solo. Ci auguriamo che l’organizzazione della campagna vaccinale sia efficace, senza ritardi e inefficienze. Ma oggi è un giorno di festa, che ci dà speranza e che chiama ognuno di noi all’esercizio della responsabilità».

All’ospedale di Alzano, invece, il primo a ricevere la dose di vaccino è stato Giuseppe Remuzzi, scienziato e direttore dell’Istituto Mario Negri: poi è il turno – fra gli altri – di Roberto Keim, primario della Terapia Intensiva di Seriate, Angelo Mercieri, alla guida del Pronto soccorso del Bolognini e Antonio Ranieri, direttore del dipartimento chirurgico dell’Asst Bergamo Est. Ma sempre ad Alzano si vaccineranno anche i presidenti degli Ordini dei Farmacisti e degli Odontoiatri, Ernesto De Amici e Stefano Almini, insieme a rappresentanti dei sindacati dei medici e ad altri esponenti del settore.

«Penso che questa sia una straordinaria vittoria anche della scienza, perché è stato creato un vaccino con una tecnica all’avanguardia che consente di abbreviare i tempi invece necessari per allestire un vaccino tradizionale - ha sottolineato Remuzzi - . È una vittoria dell’Europa per aver fatto tutti insieme questo passo. Mi auguro che si possa raggiungere nel minor tempo possibile operatori sanitari e persone fragili in tutte le parti del mondo. Se il vaccino è solo per i paesi ricchi, non risolviamo il problema».

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