Vaccinazione anti-Covid, le ragioni per dire «sì» e i rischi del non fare

Ci sono almeno tre buone ragioni per vaccinarsi: per tutelare noi stessi, i nostri cari e la comunità, in particolare le persone fragili. La riflessione di Alberto Mantovani, presidente della Fondazione Humanitas per la Ricerca.

Una platea di circa tre milioni di persone che include immuno-compromessi, trapiantati, pazienti oncologici o in dialisi, per i quali Sars-CoV-2 è un nemico mortale. Ne aggiungo una quarta: vaccinandoci permettiamo agli ospedali di continuare a curare i pazienti affetti da altre malattie, come il cancro.

Sappiamo che i vaccini autorizzati dall’Agenzia europea e italiana sono sicuri e ci proteggono bene da ricovero e morte. Una protezione che dopo sei mesi cala, il che rende necessario sottoporsi al richiamo, o terza dose. Non vaccinarsi e aiutare il virus a circolare e a modificarsi significa correre il «rischio del non fare».

Ci sono persone che non percepiscono Covid-19 come un pericolo personale. Eppure, in più del 10% delle forme gravi di malattia, Covid-19 induce il sistema immunitario ad autoaggredirsi. Questa risposta fuori controllo, che ancora non conosciamo del tutto, probabilmente lascia cicatrici nel nostro sistema immunitario. Purtroppo, inoltre, emergono sempre più dati sui danni collaterali a lungo termine di Covid-19: numerosi studi suggeriscono un aumento di patologie polmonari, cardiovascolari, renali e ictus, con conseguenze che colpiscono anche il sistema nervoso quali depressione e senso di annebbiamento.

Il Long Covid è una minaccia davanti alla quale, ancora una volta, dobbiamo chiederci se valga la pena correre il «rischio del non fare». Ci sono infine persone che temono generici effetti indesiderati dei vaccini negli anni a venire, spesso a causa di fake news lette in rete. Oltre a ricordare che questi vaccini sono figli di ricerche ventennali, applicate rapidamente proprio in virtù degli sforzi precedentemente fatti dalla Ricerca, vorrei sottolineare il caso del vaccino per la tubercolosi, che compie un secolo proprio quest’anno senza aver mai prodotto effetti a lungo termine. Ancora, se avessimo atteso i dati sulla sicurezza a 10 anni del vaccino contro la polio, non avremmo mai sconfitto la malattia. I rischi del non fare, ancora una volta, superano quelli del fare.
*Presidente della Fondazione Humanitas per la Ricerca

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