Virus verso la «normalizzazione», l’eccesso di mortalità è sceso allo 0,92%

I dati Il Covid continua a mietere vittime, ma i numeri assoluti dei decessi, compresi quelli per i contagi, sono quasi in linea con i dati pre-pandemia.

Il percorso verso la «normalizzazione» del virus si legge anche da questa prospettiva. Con due numeri apparentemente contrastanti, ma in realtà legati: dall’inizio di gennaio alla fine di marzo di quest’anno, in Bergamasca si sono contati 288 decessi ufficiali per Covid; nello stesso periodo, però, l’«eccesso di mortalità» – cioè la variazione percentuale del numero totale di decessi nella popolazione – è stato contenuto allo 0,92%.

Numeri assoluti in linea con i dati pre-pandemici

Una prima fotografia sull’impatto di Omicron nella voce più tragica della contabilità pandemica è possibile incrociando i dati dei bollettini ufficiali della Regione con i numeri delle anagrafi condensati nel nuovo report dell’Istat sulla mortalità in Italia. Quello che si ricava è appunto che di Covid si continua a morire, ma l’«eccesso di mortalità» ha proporzioni discretamente limitate. I valori assoluti spiegano meglio la sostanza: prima del Covid (il periodo di riferimento è l’arco temporale 2015-2019), nei mesi tra gennaio e marzo in Bergamasca morivano mediamente (per tutte le cause, s’intende) 2.900 persone; tra gennaio e marzo di quest’anno, trimestre segnato dalla diffusione di Omicron, in Bergamasca sono morte in totale 2.927 (comprese le 288 vittime del Covid comunicate dalla Regione). Il numero totale di decessi è sostanzialmente in linea, solo poco più alto.

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