È morta a Milano Nilla Pizzi
Undici anni fa venne a Bergamo

Venne in Città Alta il 27 gennaio di undici anni fa la «signora dei fiori», l'indimenticabile Nilla (Adonilla all'anagrafe) Pizzi, morta nella giornata di sabato 12 marzo. Avrebbe compiuto 92 anni il 16 aprile, è spirata in una clinica a Milano.

Venne in Città Alta il 27 gennaio di undici anni fa la «signora dei fiori», l'indimenticabile Nilla (Adonilla all'anagrafe) Pizzi, morta nella giornata di sabato 12 marzo. Avrebbe compiuto 92 anni il 16 aprile, è spirata in una clinica a Milano.

A Bergamo venne per un concerto gratuito presso l'auditorium del Seminarino di via Tassis alle 20,30. Aveva già ottant'anni ma proprio, vispa e arzilla, non li dimostrava. «Sono qui fra le tue braccia ancor, avvinta come l'edera» contò sul palco. «In un brano come "L'edera" - ci disse allora - il linguaggio forse è sorpassato, ma sfido chiunque a dirmi che due giovani travolti dalla passione non desiderino ancora oggi abbracciarsi e amarsi avvinti come l'edera. È una cosa bellissima, no?».

Per molti anni aveva dato voce, anche qui a Bergamo, zona Celadina, alle ricorrenti feste dell'Unità. In una di queste feste ci disse: «Mi sfogo e appena posso vado alle feste dell'Unità e dell'Avanti! Continuo a sperare che prima o poi un partito di sinistra mi inviti nelle sue liste e mi porti in Parlamento». E aggiunse, ma forse non era vero: «Alle feste dell'amicizia non mi vogliono, dicono che io canto solo per i rossi».

La cantante, nata nel 1919 a Sant'Agata Bolognese, fu la prima trionfatrice del Festival di Sanremo nell'edizione di debutto della kermesse nel 1951. Prima ancora che nel mondo della canzone, la Pizzi si mise in evidenza nel campo delle rassegne di bellezza: partecipò al concorso Cinquemila lire per un sorriso, antesignano di Miss Italia. Nel 1940, tramite l'appoggio di uno zio ufficiale dell'esercito, inizia ad esibirsi negli spettacoli organizzati per le Forze Armate, facendosi eleggere mascotte del 35º Reggimento Fanteria di Bologna. Nel 1942 vinse un concorso per Voci Nuove indetto dall'Eiar (la futura Rai), interpretando i brani «Tu musica divina» e «Domani non m'aspettar». Inizia ad esibirsi con l'orchestra Zeme, debuttando alla radio nello stesso anno, eseguendo il motivo «Casetta fra le rose», composto da Guido Cergoli. Allontanata dalla radio nella primavera del 1944, a causa della sua voce troppo sensuale ed esotica per il regime fascista, nella stagione 1945/1946 gira i teatri e le sale da ballo di tutta Italia. Nel 1951 vinse il primo Festival di Sanremo con «Grazie dei fior», piazzandosi anche seconda con «La luna si veste d'argento», cantata in duetto con Achille Togliani.
«Grazie dei fior» venderà 36 mila copie a 78 giri. L'anno successivo trionfò nuovamente al Festival di Sanremo conquistando l'intero podio (primo, secondo e terzo premio) rispettivamente con «Vola colomba», «Papaveri e papere» e «Una donna prega», che rimane un record a tutt'oggi mai eguagliato da nessun altro cantante.

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