Bergamo-Palestina, una rassegna
a favore della convivenza

Nasce dall’impegno di diversi gruppi parrocchiali bergamaschi la rassegna «Ticket to Palestine», che prosegue martedì 8 aprile al cinema Conca Verde. La manifestazione porta in città due film sull’annosa questione israelo-palestinese e uno spettacolo teatrale.

Nasce dall’impegno di diversi gruppi parrocchiali bergamaschi la rassegna «Ticket to Palestine», cominciata martedì sera 1° aprile al cinema Conca Verde. Promossa dai gruppi Terra Santa di Longuelo, Iabbok di Ambivere, Kairos di Cenate Sotto, dalle comunità parrocchiali di Valtrighe e Mapello e da realtà quali Casa per la pace Milano e Un ponte per…, la rassegna porta in città due film sull’annosa questione israelo-palestinese e uno spettacolo teatrale che presta il titolo al ciclo di eventi.

Dopo il debutto del 1° aprile con Five Broken Cameras, il documentario candidato all’Oscar nel 2013 e codiretto dall’israeliano Guy Davidi e dal palestinese Emad Burnat, la . rassegna prosegue martedì 8 aprile con lo spettacolo teatrale «Ticket to Palestine», diretto e interpretato da Emanuele Burganza, e martedì 29 aprile con «Roadmap to Apartheid», film che analizza tanto l’ascesa e il declino dell’Apartheid in Sudafrica quanto il perché tanti palestinesi sentono di vivere oggi in un regime simile. A introdurre la serata ci sarà Chiara Moroni dell’ong Un ponte per… .

«La serie di eventi nasce dalla collaborazione tra gruppi di diverse parrocchie bergamasche impegnati a far conoscere la drammatica situazione in Terra Santa- spiega Liliana Maisano, di Longuelo, da poco rientrata da un viaggio in Israele e Palestina-. Il legame con quella regione è il nostro legame cristiano e non possiamo essere indifferenti di fronte alle ingiustizie che vi si stanno consumando».

Non trascurando affatto la propria formazione sul contesto storico-politico, i diversi gruppi, nati tra il 2010 e il 2011, portano avanti attività d’informazione e di raccolta fondi per il sostentamento economico di famiglie e studenti palestinesi in difficoltà. I maggiori sforzi si sono raccolti quest’anno intorno al progetto «Tutti a scuola» a sostegno delle comunità beduine Jahalin dell’area compresa tra Gerusalemme e Gerico, private di terra e fonti di sostentamento dall’espansione delle colonie e dalla costruzione del muro. «I fondi raccolti sono destinati al miglioramento strutturale della scuola materna frequentata da circa 120 bambini e alle spese di formazione e sostentamento degli insegnanti- spiega Nadia Alborghetti, coordinatrice del progetto di cui è responsabile l’Istituto delle suore comboniane di Roma-. Riuscendo a coinvolgere diverse realtà associative del territorio, abbiamo organizzato diversi eventi, come la Marcia per un sorriso ad Ambivere e Mapello, mentre il 12 aprile saremo al teatro Serassi di Villa d’Almè con lo spettacolo Mamma mia!».

Una particolare attenzione è poi rivolta all’appello dei cristiani di Terra Santa attraverso la diffusione del documento Kairos Palestina, redatto nel 2009: «La lettera deve il suo titolo all’omonimo documento scritto nel 1985 da un gruppo di cristiani sudafricani impegnati contro l’Apartheid. Si tratta di un documento che nasce dalla sofferenza ma anche dalla volontà di non soccombere alla violenza e alla rassegnazione» spiegano Noemi Santini e Miriam Ferri del gruppo Iabbok, il quale propone incontri sul tema tenuti da don Emanuele Personeni, parroco di Ambivere, e una mostra itinerante sul muro e i checkpoint. «Con le nostre attività diffondiamo report di organizzazioni internazionali e israeliane relative alle violazioni dei diritti umani nei Territori occupati. Crediamo che sia giusto prendere posizione dalla parte di chi subisce l’ingiustizia- concludono le ragazze - ma non dobbiamo a nostra volta costruire dei muri».

E proprio contro il muro che le autorità israeliane hanno eretto sottraendo terra e risorse ai palestinesi, i gruppi bergamaschi aderiscono ogni anno alla preghiera del 1° marzo, data simbolo di avvio dell’opera e Giornata Internazionale di preghiera e di sensibilizzazione contro il muro: «Come cristiani -commenta don Massimo Maffioletti, parroco di Longuelo-, siamo chiamati a tenere accesa l’attenzione non solo sui cristiani di Terrasanta, nostri fratelli, ma anche su tutta quell’umanità che è sistematicamente messa in croce, da una parte e dall’altra del muro».

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