Festival pianistico, su il sipario
Con lo straordinario Dudamel

Si alza il sipario sul cinquantunesimo Festival Pianistico internazionale, dedicato a «Rachmaninov e la Russia». Ma sabato sera 26 aprile al teatro Donizetti (alle 21), così come ieri a Brescia, né di Rachmaninov né della Russia vi sarà traccia.

Si alza il sipario sul cinquantunesimo Festival Pianistico internazionale, dedicato a «Rachmaninov e la Russia». Ma sabato sera 26 aprile al teatro Donizetti (alle 21), così come ieri a Brescia, né di Rachmaninov né della Russia vi sarà traccia. A causa, come pure ben sanno gli appassionati della kermesse di Brescia e Bergamo, di un concerto «straordinario»: che non prevede il pianoforte.

L’inaugurazione ha un protagonista, giovane, in grado di compensare più che ampiamente queste due «assenze». È il venezuelano Gustavo Dudamel a capo dell’Orchestra Sinfonica di Göteborg, di cui è stato direttore principale dal 2007 al 2012. Il pubblico del Festival ne aveva già apprezzato le capacità, durante la 45ª edizione, per un concerto spettacolare con la Filarmonica della Scala.

Proprio la Scala è stata vicina a proporlo come direttore musicale al posto di Baremboim, prima della scelta di Riccardo Chailly. Ma gli stessi orchestrali del teatro milanese non hanno nascosto le predilezioni per lui, per l’esuberanza, il carisma contagioso e la capacità di trasformare in una grande festa ogni concerto.

A 33 anni comunque Dudamel è una delle maggiori bacchette del pianeta. «Musicista dell’anno» 2013 negli Usa, già «Artista dell’anno» del 2011 per la rivista Gramophon, e nel 2009, a soli 28 anni, inserito da Time nella lista delle cento persone più influenti al mondo. Oggi Dudamel è una favola vivente. Il prodotto per antonomasia di quel «sistema» venezuelano creato dal nulla da José Antonio Abreu e che ha fatto del Venezuela una terra musicale e un’incredibile fucina di musicisti e di talenti.

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