Filarmonica e due pianisti di rango al Festival Internazionale

Musica Giovedì 28 aprile alle 20, al teatro Donizetti, si apre il 59° Festival Pianistico internazionale. Sul palco la Filarmonica del Festival e due pianisti: il veneziano Alessandro Taverna e l’ucraino Alexander Romanovsky.

Il dispiegamento di forze artistiche è esplicito, ma più eloquente è il menù musicale: il Concerto n.1 di Britten op.13 (1938), il Concerto per due pianoforti e orchestra di Poulenc e, forse il più noto e debordante dei tre, la Rapsodia su temi di Paganini di Rachmaninov, culmine più alto nel genere (Rattalino) affrontato dal compositore russo.

La Rapsodia sintetizza quasi due secoli di musica, dal tema originale del Capriccio di Paganini alle variazioni fatte da altri compositori, su tutti da Brahms, realizzando un affresco musicale di rara potenza. Tuttavia - qui il senso della serata inaugurale - non sono da meno, gli altri due Concerti per pianoforte e orchestra.

«Quello di Britten è un Concerto che si sente poco - spiega il veneziano Alessandro Taverna - avrei dovuto portarlo a Dallas con Fabio Luisi nel 2021, ma poi con la pandemia abbiamo dovuto cambiare. L’ho eseguito a Genova nel 2020. Poi è stato accolto a Santa Cecilia con Michele Mariotti. Per questo Concerto è un momento positivo e felice. Sopravvive naturalmente in gran Bretagna e Londra, più volte è stato eseguito ai BBC Proms. Ha un organico importante, la partitura orchestrale è piuttosto impervia, oltre al virtuosismo del pianoforte, oltre a momenti lirici. È un lavoro molto fresco, Britten diceva che è in forma semplice, diretta, ed è così.È un linguaggio novecentesco:è un Novecento molto diretto, molto comprensibile. E i temi sono immediati. C’è una certa gioiosità nella marcia finale».

L’intervista integrale di Bernardino Zappa al pianista Alessandro Taverna su L’Eco di Bergamo di mercoledì 27 aprile

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