Giornata internazionale della donna
Il programma delle iniziative a Bergamo

Ecco quello che succederà in città il prossimo 8 marzo.

Il Comune di Bergamo ha realizzato anche quest’anno, in collaborazione con altre istituzioni della città, un programma di iniziative dedicate a celebrare la Giornata internazionale della Donna. Un’occasione per riflettere sulla condizione femminile rispetto alla quale i dati recenti sono preoccupanti.

In Europa nel settore sanitario, uno dei più esposti al virus, lavorano 49 milioni di persone di cui ben il 76% sono donne. Per l’Istat, nei settori più a rischio di contagio da coronavirus due terzi (il 67,3 per cento) dei lavoratori è donna.

Circa l’84% delle donne lavoratrici in UE tra i 15 e i 64 anni sono impiegate nei servizi tra quelli più colpiti dalla crisi Covid-19 con perdite significative di posti di lavoro. In Italia, a dicembre 2020, dei 444mila lavoratori in meno rispetto a dicembre 2019, 312mila erano donne.

La quarantena ha avuto poi un impatto sugli impieghi «al femminile» dell’economia, come quelli legati all’asilo nido, il lavoro di segreteria e quello domestico: oltre il 30% delle donne nell’UE lavora part-time ed è impiegata in larga parte nell’economia informale, caratterizzata da minori diritti sul lavoro e protezione sanitaria e dall’assenza di altri benefici fondamentali. Le donne sono anche molto più propense a prendere del tempo libero per prendersi cura di figli e parenti e, con i lockdown, hanno spesso dovuto combinare il telelavoro e la cura dei bambini.

In Italia, lo smart working ha incrementato il carico di lavoro dentro le mura domestiche. Da un’indagine condotta nel 2020 da ValoreD, a marzo 2020 1 donna su 3 ha lavorato più di prima non riuscendo a mantenere un equilibrio tra lavoro e vita domestica. Tra gli uomini il rapporto è di 1 su 5.
Ai dati riguardanti la condizione economica e lavorativa, si aggiungono quelli relativi alla violenza: ogni settimana, circa 50 donne in Europa perdono la vita a causa della violenza domestica, un trend che è aumentato durante le chiusure. Tra marzo e giugno 2020, in Italia il numero delle chiamate di aiuto al 1522 è più che raddoppiato rispetto al 2019 con 15.280 richieste (+119,6%).

«Di fronte ad un quadro così drammatico dell’attuale condizione femminile, celebrare la Giornata internazionale della Donna è un atto necessario oltre che doveroso per sollecitare una riflessione su tanti aspetti della storia recente e lontana che ci riguardano e incidono sul nostro vissuto. – dichiara l’Assessora alle Pari Opportunità Marzia Marchesi – Il palinsesto delle iniziative che il mio Assessorato ha promosso per questa Giornata comprende tre ambiti che mi stanno particolarmente a cuore: la scuola, con un progetto sulla storia del riconoscimento dei diritti della donna curato da una classe del Liceo Falcone che è approdato nella costruzione di un video racconto; la città, con l’installazione sul Sentierone «La voce delle donne», iniziativa del Comune, Provincia Isrec e Udi; le donne, con un gesto di gratitudine che mi condurrà con una delegazione all’Ospedale Papa Giovanni XXIII lunedì 8 per rendere omaggio a coloro che si sono spese in prima persona con grande sacrificio in quest’anno così difficile. Una gratitudine che esprimiamo, attraverso questo gesto simbolico, a tutte le donne che, in ambito sanitario, si sono adoperate per la nostra salute rischiando la valorosamente propria.»

«In occasione dell’8 marzo, la Provincia condivide diverse iniziative con le Istituzioni e alcune associazioni del territorio per dare un segnale di unità e di alleanza nell’intento comune di valorizzare il ruolo delle donne nella storia e nella società di oggi. - Afferma Romina Russo, Consigliera provinciale con delegata alle Pari Opportunità – La Giornata internazionale della donna, è un momento cruciale per portare l’attenzione sulle battaglie e sulla conquista dei diritti, quest’anno assume un particolare significato visto il periodo di emergenza sanitaria che stiamo ancora vivendo. Le donne sono state protagoniste nella gestione della crisi garantendo il funzionamento di importanti servizi essenziali della comunità ma proprio le donne rischiano di pagarne il prezzo più alto proprio perchè l’impatto della pandemia ha aggravato le disuguaglianze tra donne e uomini già preesistenti. In questo contesto, è evidente che diventa ancora più urgente e necessario mettere al centro la questione di genere e del ruolo delle donne con la consapevolezza che questo non è un tema legato solo all’inclusività ma è un tema trasversale che tocca tutti i pilastri della nostra società.»

«L’8 marzo è una data del Calendario Civile che ricorda ogni anno alle donne e agli uomini la meta verso cui tendere: la parità dei diritti, delle condizioni, delle scelte possibili in un’ottica ormai intersezionale. In questo contesto alla scuola è riconosciuto un compito: valorizzare il ruolo della storia, per sottolineare le molte conquiste raggiunte sul fronte della parità fra i generi; e un obiettivo: formare cittadini e cittadine consapevoli e attive». Dichiara Stefania Lovat docente della classe 5F del Liceo Falcone di Bergamo a cui si deve il progetto «8 marzo. Il lungo cammino per il riconoscimento dei diritti delle donne» nato da un confronto dialettico con Simona Feci, professore associato di Diritto Medievale e Moderno alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Palermo e la classe stessa.

Un lavoro corposo di studio e approfondimento, attraverso libri e articoli, documentari, video di repertorio, e tanto altro che è approdato in un video racconto che verrà pubblicato lunedì 8 marzo sul canale YouTube del Comune, in cui gli studenti dialogano con la professoressa Feci sui temi della questione femminile, della storia femminismo, dell’educazione alla parità di genere.

Iniziative. Si diceva che la città diventa protagonista in questa Giornata grazie all’installazione La voce delle donne che porta, appesi sotto i portici del Sentierone per due settimane a partire dall’8 marzo, i colori della vita che le donne sanno raccontare.

Un progetto nato per il 27 gennaio scorso dalla collaborazione tra Comune, Provincia, Isrec e Udi, che propone una carrellata di 6 pannelli con i volti e i nomi di quelle donne che per prime, quando nessuno voleva ascoltare, parlarono all’Italia di Auschwitz, della sofferenza del corpo e della sua resistenza minima capace di riaffermare la vita nonostante tutto.

«Non una mostra documentaria, non un’opera d’arte, ma un’installazione per interrogare il passente. Vecchi ritratti fotografici degli anni Quaranta sono lavorati graficamente insieme a parole scritte per portare testimonianza di un’esperienza dolorosa e nello stesso tempo centrale nella storia del paese. Là dove ci si aspetta di incontrare il nero o il grigio, i colori usati per dare eco a questi volti sono un omaggio alla forza della voce delle donne.» Racconta Elisabetta Ruffini direttrice Isrec e curatrice del progetto

La mostra proseguirà anche in provincia, a partire dal comune di Cividate al Piano.

Tra gli attori protagonisti del racconto dell’8 marzo, c’è il Consiglio delle Donne, organismo del Comune nato per dare voce alla presenza, alla soggettività, alla competenza, all’autorevolezza delle donne.

«Il Consiglio delle Donne presenterà nel Consiglio Comunale convocato nella data dell’8 marzo il proprio piano di lavoro 2021-2022. Un programma che ha come base valoriale il concetto di “cura” da cui si sviluppano idee, proposte e progetti per la città e da proporre all’Amministrazione Comunale, con lo sguardo e il pensiero delle donne. Inoltre è in fase di progetto una “cartolina” digitale da far circolare sui social.» Così ci racconta la Presidente Eleonora Zaccarelli che, insieme alla Vice Presidente Maddalena Cattaneo, si è fatta promotrice dell’iniziativa di lunedì prossimo che le vedrà protagoniste, con l’Assessora Marzia Marchesi e la Consigliera provinciale Romina Russo, di un incontro con una rappresentanza di donne dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII per offrire un omaggio floreale a nome della città.

«Intendiamo l’iniziativa come un messaggio positivo e di riconoscimento, in un momento così buio e doloroso. Un piccolo gesto simbolico ma di grande valore umano e di vicinanza alle donne che con grande passione, dedizione e coinvolgimento, svolgono un lavoro encomiabile per la nostra società, riuscendo a conciliare i tempi vita-lavoro. Donne che investono il loro talento a beneficio dei pazienti del nostro ospedale riconosciuto dal Bollino Rosa di Onda tra gli ospedali italiani ‘vicini alle donne’ che offrono percorsi diagnostico-terapeutici e servizi dedicati alle patologie femminili di maggior livello clinico ed epidemiologico, riservando particolare cura alla centralità della paziente. Le donne rappresentano la componente nettamente maggioritaria delle lavoratrici nel mondo della sanità e anche al Papa Giovanni in ogni ambito, da quello sanitario a quello amministrativo.» Afferma il Direttore generale Maria Beatrice Stasi

«Un impegno che, in emergenza pandemica, è stato e resta ancora più gravoso per tante donne che si sono divise tra l’impegno in ospedale e nei servizi territoriali e la famiglia. L’iniziativa del Comune di Bergamo è un’occasione per rivolgere a tutte le donne dell’ospedale Papa Giovanni XXIII un grande grazie per essere donne della competenza, del coraggio ma anche della dedizione e dell’ascolto». Conclude la dottoressa Stasi

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