Il Giopì fu fondato nel 1894:
120 anni di «bergamaschità»

Nacque come giornale di battaglia, umorista e polemico, in anni in cui battaglie ideologiche e risse politiche - e non soltanto - erano all’ordine del giorno. Si chiamava semplicemente «Giopì». Da quel 25 novembre del 1894 sono passati centoventi anni.

Nacque come giornale di battaglia, umorista e polemico, in anni in cui battaglie ideologiche e risse politiche - e non soltanto - erano all’ordine del giorno. Si chiamava semplicemente «Giopì».

Da quel 25 novembre del 1894 sono passati centoventi anni e il «Giopì» di storia ne ha attraversata parecchia. Il giornale che festeggia i suoi 120 anni è stato fondato da tre intellettuali bergamaschi, tre spiriti controcorrente: Teodoro Piazzoni, giornalista repubblicano e anticlericale, primo direttore del giornale; Benvenuto Trezzini, poeta scapigliato e giornalista facile alla polemica; Annibale Casartelli, redattore della Gazzetta di Bergamo e della Gazzetta Ticinese.

Oggi il Giopì è un «quindicinale bergamasco di cultura, arte, folclore e tradizioni», organo ufficiale del Ducato di Piazza Pontida, che presenta una serie di validi collaboratore, soprattutto fra i cultori della storia e della cultura locale. Non è sempre stato così. Il Ducato è nato nella notte di Capodanno fra il 1923 e il 1924, quando il Giopì aveva già trent’anni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA