La «Festa della donna» nell’abbraccio all’Ucraina

L’iniziativa Sabato 12 marzo alla Casa del giovane l’evento organizzato da «Eppen» e dedicato al Paese in guerra. Sul palco la rivisitazione moderna delle dee.

«Non potevamo che partire da qui»: sabato sera 12 marzo, all’auditorium della Casa del giovane, lo spettacolo «A chi spetta la mela d’oro? Voci di donne e di dee», organizzato da Eppen con L’Eco di Bergamo e Bergamo Tv per celebrare l’8 marzo, Festa della Donna, è cominciato con la testimonianza di Olga, voce del coraggio delle donne ucraine, simbolo della loro presenza a Bergamo. A loro la serata è stata dedicata, come doveva essere . «Non dormiamo dalle 4 del mattino di quel mercoledì, quando abbiamo saputo», racconta Olga, in dialogo con la conduttrice, la giornalista di Bergamo Tv Simona Befani. «Sospettavamo qualcosa, ma non pensavamo che potessero invadere tutto il Paese. La guerra dura dal 2014, ha già fatto migliaia di morti. Ho riportato mia mamma qui a Bergamo, qui è venuta mia cognata con il figlio di 7 mesi. Ma mio fratello non ha voluto venire, benché esonerato dal servizio militare: “Qualcuno deve rimanere a difendere la Patria”. L’Associazione Zlaghoda ha raccolto, in via Fermi a Curno, tanti aiuti quanti mai mi sarei aspettata».

La raccolta fondi

Lo stesso spirito di solidarietà testimoniato da «Un aiuto per l’Ucraina», raccolta fondi lanciata da «L’Eco di Bergamo», la Caritas, la Comunità Bergamasca. Il pensiero delle donne costrette a separarsi dai loro uomini, ad «abbandonare casa e lavoro, costruiti in tanto tempo e con tanta fatica», a portare, da sole, i figli «nel nulla, sperando sempre di poter tornare nel nostro Paese», quando non ad imbracciare, loro stesse le armi, getta, sull’8 marzo, sullo stesso spettacolo, una luce diversa. Come esaltasse la specificità del ruolo, la capacità di protagonismo delle donne; come reclamasse l’attenzione sulla forza, la capacità di amore al femminile.

Le protagoniste della serata

Le tre dee del mito, in questa rivisitazione ideata da Giulia Lanzi e Marialuisa Miraglia, che hanno raccolto il testimone da Daniela Taiocchi e Silvia Barbieri, diventano sette, simboli di diverse virtù ed attitudini: Artemide, Atena, Era, Estia, Demetra, Persefone, e, naturalmente, Afrodite, dea della Bellezza, prescelta da Paride nella favola antica. A incarnare le sette divinità, altrettante «comunità» femminili, protagoniste di un breve video ad hoc, e poi intervistate, sul palco, da Simona Befani: Francesca Radici, Daniela Pezzera, Mara Fiammarelli e Ilaria Perico di Acerbis Italia, per lo spirito di autonomia e indipendenza, la «combattività» di Artemide-Diana, dea della caccia. Ilaria Crippa, Arianna Sansone, Francesca Guizzetti, Sara Allegrini, Naomi Pedone, Debora Benagli, di Bonaldi-Gruppo Eurocar Italia, hanno impersonato la «determinazione», la sapienza, l’intelligenza di Atena, nata dalla testa di Zeus. Estia, dea della casa, del focolare, del rifugio domestico, ha assunto il volto di Federica Vismara, e delle titolari di Arredamenti Milesi (Piazza Brembana): Anna e Cinzia Milesi e Monica Calegari. Per Era, moglie di Zeus e regina dell’Olimpo, dea della fedeltà coniugale (sistematicamente violata dal coniuge), ci voleva un’ambientazione speciale: il video di presentazione è stato girato a Palazzo Moroni, protagoniste Stella Carrara, Teresa Ghezzi e Daria Giovenzana, «regine» poi anche sul palco. Demetra, simbolo dell’amore materno e della cura, ha assunto i volti di Valentina Astori, Federica Birolini, Marina Carbonaro e Alessandra Preve di Arriva Italia. La figlia di Demetra, Persefone, rapita e tratta agli inferi da Ade-Plutone mentre coglieva fiori, si è trasfigurata in Vera Persico, Paola Zaccanti, Lucia Giupponi, Nicole Scudeletti, Marina Castelli: le titolari de «I tulipani di Maddi», un’apicultrice, una wedding planner (Persefone, quando tornava sulla terra, portava il rigoglio della Primavera e della fioritura, segnando il ciclico alternarsi delle stagioni). Ultime davvero non ultime, per la dea della Bellezza, le titolari del centro estetico «Universo del Corpo» di via Rota a Longuelo, con le «allieve» Martina Ambrosi e Camilla Todeschini.

Alla fine, il pomo della discordia (perché abile a suscitare, nel mito, l’invidia e il risentimento delle dee non premiate da Paride) è stato assegnato a tutte le partecipanti-dee: perché ogni donna-dea, nel corso della giornata, assume i volti e le virtù delle sette divinità in gara. Interludi coreutici a cura della Scuola di danza Arabesque Danse.

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