«Pedro, il piccolo minatore»
Spettacolo solidale a Nembro

«Pedro è un bambino di 10 anni e lavora in miniera. Si alza tutte le mattine all'alba e rientra a casa al tramonto. Il papà è morto di silicosi, la malattia delle cave. Pedro sa che le polveri dei giacimenti di minerali sono estremamente nocive».

«Pedro è un bambino di 10 anni e lavora in miniera. Si alza tutte le mattine all'alba e rientra a casa al tramonto. Il papà è morto di silicosi, la malattia delle cave. Pedro sa che le polveri dei giacimenti di minerali sono estremamente nocive e che un giorno sicuramente lo uccideranno ma, non importa, lui continua a svolgere il suo lavoro. Il bimbo non può andare a scuola, deve pensare al sostentamento della mamma e della sorellina Maria».

Questa è, in sintesi, la storia di «Pedro, el pequeño minero» (Pedro, il piccolo minatore), una storia purtroppo come tante altre che ancora oggi continuano ad esistere in troppe parti del mondo. È la vera, triste avventura di un bimbo boliviano, diventata la sceneggiatura dell'ultimo originale spettacolo dell'Associazione Progetto Yanapakuna Onlus, in scena, sabato 24 novembre, alle ore 20.30, all'Auditorium Modernissimo di Nembro.

Pensata e realizzata da tutto il gruppo Yanapakuna, la rappresentazione nasce in occasione del decimo anniversario della nascita dell'Associazione stessa insieme all'omonima compagnia di danze folkloristiche. L'Associazione Progetto Yanapakuna Onlus (con sede a Cazzano S.Andrea, in Val Seriana) ha, infatti, il volto e il nome dei suoi fondatori (Camilla Anesa, Sergio Anesa, Ornella Busetti, Mariagrazia Vitali, Ghislandi Franco e Sergio Valda) e di quindici straordinari danzatori (Sergio Valda, presidente; Gessica Caleca e Federica Zambaiti, autrici del testo dell'ultimo lavoro; Pietro Crotti, Paola Cantini, Andrés Valda, Denise Salvatoni, Veronica Munoz, Ines Reyes, Mariangela Viscardi, Claudia Ximena, Martina Burgoa, Camilla Peralta, Melissa Eduardo e Vivian Eduardo, tutti di origine bergamasco-boliviana), nonché, di decine di famiglie bergamasche, impegnate con grande cuore dal 2002 in importanti attività di solidarietà a sostegno dei bambini poveri del sud della Bolivia.

In particolare, da dieci anni, Riccardo Giavarini (originario di Telgate ed esperto di solidarietà da più di 25 anni) opera per l'associazione a Potosì, una delle cittadine più povere della Bolivia, situata a 4000 metri di altezza, laddove sorgono le leggendarie miniere del Cerro Rico (Montagna Ricca). Un tempo fonte incredibile di ricchezze economiche, oggi invece gli scavi minerari sono quasi al limite della loro operosità tanto che le condizioni attuali dei minatori sono drammatiche e i salari insufficienti per garantire alle loro famiglie condizioni di vita dignitose.

Per tale ragione, i minori sono spesso obbligati a lasciare la scuola per andare a lavorare in miniera. In loro aiuto, il Progetto Yanapakuna ha reso possibili, nel corso di questi anni, assistenze mediche, sociali e scolastiche prevalentemente attraverso la realizzazione di progetti di 'sostegno a distanza' (ad oggi 56 in atto). Containers di materiali inviati ogni anno, strutture costruite in loco, tanto è stato fatto anche grazie ai fondi raccolti ovunque dall'eccezionale omonimo gruppo folk, «Yanapakuna».

Avvolti nei loro inconfondibili e coloratissimi costumi tradizionali, i dieci allegri danzatori hanno continuamente portato la cultura e il folklore boliviano in ogni angolo del territorio bergamasco (feste di paese, manifestazioni culturali e artistiche e persino nelle scuole) ma anche in altre regioni italiane, riscuotendo sempre grande entusiasmo, affetto e attenzione di pubblico. Non ultimo, quindi, anche ne «Pedro, el peque?o minero», dove i nostri dieci ballerini saranno affiancati anche da altre importanti presenze: il gruppo folkloristico le Taissine di Gorno (formato solo da donne originarie di Gorno, il paese della Val del Riso, strettamente legato all'antica tradizione mineraria della vallata); la rock band Artevia; il gruppo musicale Andino «Sin Confin» (Senza Confine) e i giocolieri di strada, i «Circofficina».

Patrocinato dal Comune di Nembro, lo spettacolo di sabato sera (ingresso libero) sarà presentato sul palco del Modernissimo da Omar Averanga e verrà seguito in diretta dalle famiglie e dai bambini di Potosì. Recitazione, danze, musiche, acrobazie e percussioni, saranno tutte rigorosamente dal vivo e non mancheranno le sorprese per grandi e piccini.

«Con questo lavoro - ha spiegato Sergio Valda, presidente di Yanapakuna - abbiamo voluto rendere omaggio all'Associazione e a tutte le famiglie bergamasche che con il loro aiuto hanno sostenuto concretamente i nostri progetti umanitari in tutti questi anni. Non si può certo dire che dieci anni non siano un traguardo, soprattutto quando si tratta di solidarietà. A nome di tutti i componenti di Yanapakuna, colgo l'occasione per ringraziare anche l'assessore alla Cultura di Nembro, la signora Maria Graziella Picinali, nonché l'intero Assessorato alla cultura del Comune di Nembro per la straordinaria disponibilità».

Quando si parla di «Yanapakuna» (che in lingua quechua significa «aiutiamoci a vicenda») si parla di amicizia, di rapporti veri, semplici e diretti per un unico scopo, quello benefico: «In questo momento - ha concluso Valda - mi faccio umile portavoce di un unica e salda compagnia, cioè, di i tutti componenti dell'Associazione. Yanapakuna è questo: un gruppo saldo di amici che desidera condividere la propria gioia e il proprio operato con tutti».

Per concludere, non possiamo non citare le parole del Santo Padre Papa Giovanni Paolo II a cui i ragazzi di Yanapakuna si sono sempre ispirati: «È l'ora di una nuova "fantasia della carità" che si dispieghi non tanto e non solo nell'efficacia dei soccorsi prestati ma nella capacità di farsi vicini, solidali con chi soffre, così che il gesto di aiuto sia sentito non come obolo umiliante, ma come fraterna condivisione». Info: www.yanapakuna.org

Claudia Azouri

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