Paul Maffi, sguardo inedito sui «Bergamaschi». Le foto in mostra al Donizetti

L’INIZIATIVA. Alfaparf in collaborazione con la Fondazione Donizetti organizza nell’ambito della Donizetti Night, una mostra del fotografo di moda newyorkese di adozione, ma cresciuto a Bergamo.

Una Bergamo laboriosa, fiera, inclusiva e proiettata al futuro: questo è l’universo visivo che emerge dalla mostra fotografica «Bergamaschi», il primo progetto realizzato della neonata Fondazione del gruppo multinazionale Alfaparf Milano – impegnata in attività di sostenibilità sociale – in collaborazione con Fondazione Teatro Donizetti. L’evento mira a raccontare fisionomie, ambienti e persone di Bergamo in modo schietto e sincero, tramite le immagini del fotografo di moda Paul Maffi.

La mostra potrà essere visitata dal 3 al 24 giugno presso il Teatro Donizetti, nelle sale adiacenti alla biglietteria. «Bergamaschi» verrà inaugurata in occasione della Donizetti Night del 3 giugno, serata durante la quale sarà aperta dalle 19 a mezzanotte. Per il resto del mese la mostra fotografica potrà invece essere visitata dal martedì al sabato dalle 13 alle 20, con ingresso gratuito e libero.

«Bergamaschi» raccoglie una collezione di circa quaranta ritratti in bianco e nero e a colori, attraverso cui il fotografo Paul Maffi, newyorkese di adozione ma bergamasco di origine, racconta e celebra lo spirito della città, indagandone la natura più intima e profonda.

L’idea per la mostra è partita da una scritta apposta sulle vetrine di una macelleria di Bergamo durante il lockdown: «Io sono bergamasco, in ginocchio mi vedrai solo per allacciarmi le scarpe». Questa è stata la scintilla da cui è nato il progetto, come raccontano Paola Foresti ed Emiliano Rainoldi, direttori artistici della mostra: «La luce di Bergamo sono innanzitutto le sue persone, i bergamaschi. Instancabili, spesso contenuti, abituati ad andare avanti». Così, nell’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, questa rassegna si impegna a raccontare l’anima bergamasca attraverso i volti del vivere quotidiano, catturati dallo sguardo personale di Paul Maffi.

L’artista, che è nato a Londra e attualmente lavora a New York, è cresciuto proprio a Bergamo, città alla quale è legato e di cui nei suoi scatti riesce a cogliere un lato inedito, una bellezza non convenzionale. I ritratti presentano infatti la gente «normale» che la popola: artigiani, operai, studenti; uomini e donne immortalati nella loro spontaneità e naturalezza. «Abbiamo ideato e sviluppato Bergamaschi con l’augurio di dare luce ai lavoratori e a chi fa andare avanti la nostra città ogni giorno» spiega Paola Foresti.

La mostra ritrae sia i lavori più tradizionali del territorio, come muratori o operai metalmeccanici, che le occupazioni più recenti e innovative – soffermandosi sulla dignità di ognuna. «Molto forti sono i tre volti che abbiamo scelto come locandine della mostra – aggiunge ancora la direttrice artistica – il muratore Mario, l’impiegata Lucia e Roberto, l’istruttore di nuoto». Quest’ultimo in particolare è un primissimo piano, che cristallizza lo sguardo determinato e i tratti spigolosi del carattere orgoglioso e solo in apparenza duro dei bergamaschi. La mostra cerca dunque di mettere l’accento anche su questo particolare connubio che caratterizza il territorio di Bergamo: lo sguardo duro, la grande forza d’animo e l’innato spirito d’accoglienza. La collezione di ritratti racconta infatti una città che cambia, una comunità in divenire che include sempre più persone di origine diversa. «Viene spontaneo il parallelo con l’opera il Sarto di Moroni, primo artista a ritrarre persone dedite ad occupazioni quotidiane. All’epoca era un giovane uomo bianco dai tratti europei – commenta Foresti – oggi quel ritratto di sarto bergamasco è completamente mutato: si chiama Qingyong e diventa simbolo dei tempi e di una Bergamo che sa e vuole stare al passo della contemporaneità».

Fondazione Alfaparf in occasione di questo primo evento ha scelto di aprire una raccolta fondi dedicata alle generazioni più giovani e ai cittadini in difficoltà: le donazioni verranno destinate al reparto di pediatria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e a La Casa di Leo, il progetto di housing sociale dell’associazione EOS.

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