Una giornata coi ragazzi di Vontree
E con i quadri circensi di Betti

Dopo il successo della mostra itinerante «Giobbe. La notte e il suo sole», promossa dalla Fondazione Credito Bergamasco, Francesco Betti presenta in un’unica data il suo ultimo ciclo «Cirque». A Stezzano sabato 24 maggio.

Dopo il successo della mostra itinerante Giobbe. La notte e il suo sole, promossa dalla Fondazione Credito Bergamasco, Francesco Betti presenta in un’unica data il suo ultimo ciclo «Cirque», abitato da figure visionarie e magiche, cariche di poesia e di ironica surrealtà. In occasione della mostra verrà inaugurato anche lo spazio dell’associazione Vontree, che oltre a ospitare lo studio dell’artista e lo showroom di Sbobina|design, presenterà al pubblico i propri lavori di design autoprodotto.


L’appuntamento è per sabato 24 maggio dalle 10 alle 20 con un aperitivo aperto al pubblico alle 17.

E con i quadri circensi di Vontree ci sono quindi le opere di Vontree, pezzi di design, di natura artigianale dal sapore contemporaneo e ricchi di dinamismo e innovazione.

Sabato l’occasione per conoscere i protagonisti di quella che è un’associazione. Partendo da Emiliano Bona: 33 anni di Castelli Calepio, arriva dal mondo dell’arte contemporanea e, dopo molta consulenza per gli altri, ha dato vita a «Sbobina|design», suo marchio di complementi d’arredo dove il ferro e il legno giocano con ironia. Suoi i moduli Boris, la panca Sancho, le sedute Camus, come del resto un gioco di parole è anche Vontree, nome partito da Lars Von Trier «per arrivare a unire il germanico “von” all’inglese “tree”, albero, considerando la nostra predilezione per il legno», spiega Bona.

Un po’ falegnami, un po’ poeti, che sanno trasformare una cesta in culla, ma forse anche in una scultura a forma di giraffa. «Dipende da chi guarda e con che occhi osserva» rispondono. Con Emiliano c’è anche Enrico Fogliata, 34 anni di Palazzolo, «l’imprenditore» del gruppo, dicono gli altri tre, «quello più concreto – ma poi aggiungono -, però anche quello che fa grandi voli pindarici». Lui è la spiegazione di cosa è Vontree: «Prima spingevo per un mero studio di progettazione, ma poi, quando mi sono messo a costruire e non solo a disegnare, ho capito che la parte artigianale non la si deve mollare» dice lui. È la chiave di volta, quella stanza incollata al grande laboratorio, dove i quattro il legno – tutto di recupero - lo levigano e inchiodano, lo tagliano e colorano. Enrico su Vontree ripone ora la sua passione, pur gestendo anche un’altra azienda dove si occupa di comunicazione, Studio Molecola: «I progetti nascono per caso, da piccole cose che diventano idee da sviluppare, da evolvere». Da una lampada in ferro che ribaltata diventa un contenitore in cemento, con il ferro che gioca con il legno, le due nervature, i suoi colori sempre diversi.

A conoscerne tutti i segreti c’è Mauro Scaini, 35 anni di Arcene, il più appassionato. Lui è il falegname dei tempi moderni, con il legno ci dialoga, lo cerca, lo annusa. Da sempre lo intaglia per farci gioielli che hanno qualcosa di misterioso da svelare attraverso le sfumature della materia. «Ho lavorato per anni a installazioni di mostre. La società dove ero assunto a tempo indeterminato è entrata in crisi, sono finito in cassa integrazione, ma ora il lavoro non lo cerco più: ho Vontree». Ottimista mentre lavora su questi tavoli dal sapore antico, su lampade in ferro , scrivanie che sanno di contemporaneo nel gioco delle forme e materiali.

Pezzi in cui non manca neppure il tocco dell’artista, il sognatore, il poeta raffinato. Francesco Betti, 34enne di Ambivere, in punta di piedi con i suoi disegni e fantasie di colore entra nei pezzi di design, con uno sguardo disincantato e bellissimo che gioca con il mondo dell’arredo, offrendo contributi, spesso ludici. E nulla è mai lasciato al caso, un artista schivo, con le mani grandi, intimidito dall’esibizione, ma che ha saputo catturare l’attenzione della stessa Fondazione del Credito Bergamasco.

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