Camilleri, storia incompiuta
per i 50 anni di Sellerio

Una suspense che non avrà mai fine; che non troverà mai dénouement. Per sopravvenuta scomparsa dell’autore. «Cinquanta in blu. Storie» (pagine 375, euro 15), ultima raccolta Sellerio, per ricordare il mezzo secolo dalla fondazione della casa editrice, si apre con un racconto di Andrea Camilleri, capace di costruire un’atmosfera di attesa inquieta, sottile percezione di stranezza, irregolarità, disagio: nonostante la quale bisogna andare avanti, fare la propria vita, vedere come va a finire.

Brillante metafora della condizione umana. La consegna era: scegliere uno fra gli oltre tremila volumi del catalogo Sellerio e, attorno ad-in stretta relazione con esso, creare un racconto nuovo. Ne sono nati dieci pezzi, di altrettanti autori della gloriosa scuderia palermitana. Il primo, appunto, un Camilleri in chiave autodiegetica: il maestro siciliano deve raggiungere Palermo entro ventiquattr’ore, cosa meglio di un libro per «alleviare la noia del viaggio»? Sceglie, lui sicilianissimo, qualcosa che più sardo non si può: «Apologo del giudice bandito» di Sergio Atzeni (fonetica onomastica già identificativa), storia tanto assurda quanto vera, ambientata in una Sardegna invasa, biblicamente, dalle locuste (1492): il vicerè spagnolo intenta un processo contro i devastanti celiferi, celebrato dai gesuiti. Mentre fa i preparativi, Camilleri riceve una strana telefonata: inchiesta sui libri che gli italiani amano leggere: «lei sta leggendo un libro? Quale?».

Il senso di stranezza si moltiplica alla stazione, quando Camilleri viene raggiunto da un tipo grassoccio che gli affida un misterioso pacchetto, da consegnare a un «qualcuno» che si farà riconoscere alla stazione di Napoli. Ove, in effetti, uno sconosciuto si fa riconoscere agitando una copia, guarda caso, del «Processo» di Atzeni. Cosa c’era nel pacchetto, nel frattempo scomparso? Come facevano quegli uomini a conoscere gli spostamenti dello scrittore? Come avrebbe proceduto la vicenda, così rigorosamente ruotante attorno al libro prescelto? Non lo sapremo mai. Grazie, invece, a quest’idea editoriale, possiamo scoprire inclinazioni bibliografiche davvero inopinabili di dieci valenti autori Sellerio. Il giallista Manzini, per esempio, famoso per il suo politically incorrect Rocco Schiavone, ha scelto un libro del «realismo magico», fiabesco di Bontempelli: «La scacchiera davanti allo specchio». 

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