Francesco Guccini
e le cose perdute

l capitolo più lungo, guarda caso, è dedicato alle osterie. Ma il «Nuovo dizionario delle cose perdute» di Francesco Guccini (Mondadori, pp. 148, euro 12) è un bel museo di oggetti e memorie d’antan.

Il capitolo più lungo, guarda caso, è dedicato alle osterie. Ma il «Nuovo dizionario delle cose perdute» di Francesco Guccini (Mondadori, pp. 148, euro 12) è un bel museo di oggetti e memorie d’antan. Come tanti dodo delle Mauritius, sono resuscitati ai nostri occhi le cartoline (chi le scrive più?), i vespasiani (quale assurdo complotto ha deciso di estinguerli?), il traforo (il gioco-passatempo con quelle lame che si spezzavano a guardarle), i gettoni telefonici, le autoradio che ci si portava dietro anche in discoteca. La verve comica non è sempre allo zenit, funziona meglio se un po’ «avvelenata», ma un robusto effetto madeleine è garantito.n 
Vincenzo Guercio

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