Cambia il ruolo
dell’infermiere

Suturare con punti delle ferite superficiali, utilizzare un ecografo per trovare una vena, ricoprire il ruolo di aiuto anestesista o gestire i codici bianchi che arrivano al pronto soccorso. In futuro sarà competenza, per legge oltre che di fatto, non più solo di medici ma anche degli infermieri.

Suturare con punti delle ferite superficiali, utilizzare un ecografo per trovare una vena, ricoprire il ruolo di aiuto anestesista o gestire i codici bianchi che arrivano al pronto soccorso. In futuro sarà competenza, per legge oltre che di fatto, non più solo di medici ma anche degli infermieri.

Dopo tre anni di lavoro e molti mesi di stasi, il ministero della Salute ha chiuso l’accordo con i sindacati della sanità e, nonostante la contrarietà dei medici, la bozza di testo che ampia le mansioni dei circa 420.000 infermieri iscritti all’Ordine sta per esser licenziata e inviata alla Conferenza Stato-Regioni. Una svolta «positiva» che «avvicina l’Italia all’Europa, dove le specializzazioni in questo settore esistono da tempo» secondo Andrea Bottega, segretario nazionale NurSind,unico sindacato di categoria. «Ci sono infermieri clinici che hanno sviluppato, negli anni - spiega Annalisa Silvestro, presidente della Federazione di categoria Ipasvi - competenze avanzate che vogliamo far evolvere in specializzazioni, da riconoscere attraverso specifici percorsi formativi. Nell’accordo sono previste sei aree: quella per i servizi territoriali, per l’assistenza domiciliare, pediatrica, medica, di emergenza e relativa alla salute mentale».

La figura dell’infermiere, quindi, cambia con il cambiare delle esigenze sanitarie della popolazione e con il diminuire delle risorse economiche, e va sempre più verso la presa in cario di pazienti con codice bianco e verso la collaborazione alla valutazione delle scelte. Cosa che spesso già di fatto accade, ma «senza che ciò sia previsto in termini di responsabilità professionale e di formazione, né tantomeno che sia riconosciuto economicamente», spiega Bottega. Ben venga quindi una legittimazione di quanto accade di fatto, il problema però è che la bozza di accordo sulla ridefinizione delle responsabilità dell’infermiere, prevede che sia ogni singola regione, attraverso atti di giunta, a definire «specifiche e innovative sperimentazioni clinico assistenziali», cosa questa che, per il NurSind rischia «di lasciare troppo potere decisionale alle singole regioni o, addirittura, alle singole aziende».

Ad intravedere la stessa minaccia, anche il principale sindacato dei medici dirigenti. «Non siamo preoccupati dall’erosione delle nostre competenze, che sono ben definite dalla legge e riguardano la diagnosi e la terapia - spiega Costantino Troise, segretario nazionale Anaao - ma dal fatto che, nell’accordo, manca una regia centrale e si rischia che in una regione un infermiere avrà delle competenze e un determinato curriculum formativo, in un’altra no».

Lo sblocco dell’iter per l’ampliamento delle competenze secondo Denise Amerini della Fp Cgil Sanità è «passaggio importantissimo nell’evoluzione professionale di figure che rivestono un ruolo centrale in un sistema sanitario sempre più orientato alla prese in carico globale del paziente». «Ma - aggiunge - restano i problemi contrattuali in un settore molto penalizzato da tagli che hanno aumentato la disoccupazione giovanile e reso i professionisti sempre più sfruttati dalle cooperative private».

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