Esiti di poliomielite:
il metodo «Ilizarov»

La storia di Renato Mongiu, 58enne con esiti di poliomielite, ha rappresentato per il Rotary Club Dalmine Centenario il modo migliore per celebrare la giornata dedicata alla Polioplus, la campagna per l’eradicazione completa della poliomielite nel mondo, condotta dal Rotary International e dal Rotary Treviglio e Pianura Bergamasca.

La storia di Renato Mongiu, 58enne con esiti di poliomielite, ha rappresentato per il Rotary Club Dalmine Centenario il modo migliore per celebrare la giornata dedicata alla Polioplus, la campagna per l’eradicazione completa della poliomielite nel mondo, condotta dal Rotary International e dal Rotary Treviglio e Pianura Bergamasca.

Sassarese di nascita, affetto dalla malattia dall’età di 16 mesi, Renato Mongiu ha messo su famiglia, ha due figli e svolge un’attività imprenditoriale di successo che lo ha portato a legarsi a Bergamo e diventare rotariano per contribuire a dare forza alla battaglia per la vaccinazione antipolio nei Paesi tuttora ad alto rischio.

Nel mondo occidentale ci sono ancora persone che portano addossi i segni evidenti della poliomielite contratta nella prima infanzia. Hanno più di cinquant’anni e sono testimoni di una stagione non troppo lontana che ha segnato intere generazioni. Renato Mongiu è una di queste. Ma ha affrontato la vita con coraggio e determinazione. Le stesse doti che gli sono servite per dare fiducia a un luminare dell’ortopedia, il russo Alexander Kirienko, allievo del medico russo Gavril Ilizarov, noto per aver ideato la metodica di allungamento osseo a scopo terapeutico, sia per malformazioni congenite che patologie di origine traumatica.

La fama di Ilizarov crebbe nel 1965 quando consentì al campione olimpico di salto in alto, Valeri Brumel, di tornare in pedana dopo un grave incidente stradale. Il dott. Kirienko, che opera alla clinica Humanitas di Rozzano, ha applicato il metodo Ilizarov ad alcuni pazienti adulti in cui sono presenti esiti di poliomelite, restituendo loro maggiore autonomia, equilibrio e stabilità nella deambulazione. Un percorso complesso che Renato Mongiu ha deciso di seguire e che il Rotary Club Dalmine Centenario, di cui è socio, ha chiesto al dott. Kirienko di raccontare nel corso di una serata dedicata alla campagna antipolio. Il metodo di cura del prof. Ilizarov consiste nell’impiego di un fissatore esterno, una sorta di “gesso aperto” di composizione metallica applicato all’arto del paziente attraverso intervento chirurgico.

La metodica Ilizarov permette di curare, in modo graduale ma definitivo, le deformità del sistema osseo, anche già trattate in precedenza e recidive. Al paziente viene fissata sull’arto interessato, in anestesia generale, una struttura metallica di forma cilindrica composta di cerchi distanziati da piccole aste (che ne permettono il preciso posizionamento e il progressivo allungamento) alle quali sono collegati i terminali dei fili delle viti che s’inseriscono nel tessuto osseo.

Durante la convalescenza il paziente è sottoposto periodicamente a numerosi controlli clinici e radiografici per la verifica del corretto andamento post operatorio. Dopo l’intervento a cui si è sottoposto a luglio 2013, Renato Mongiu è pronto a rimettersi in piedi. La poliomielite va innanzitutto prevenuta e debellata garantendo il vaccino ovunque nel mondo. Non va dimenticato, infatti, che è una patologia virale, infettiva, molto contagiosa che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. Inoltre, come insegna il dott. Kirienko, c’è ancora spazio e modo per garantire ai poliomielitici una migliore qualità di vita e una deambulazione più stabile, attraverso un intervento correttivo delle deformità ossee.

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