Precisione e velocità per superare il battito

Imaging. Al «Papa Giovanni» una nuova Tc evoluta, capace, tra l’altro, di scansionare velocemente il cuore.

Il cuore è un organo in movimento. Lo studio di questo organo con le tecniche di imaging richiede velocità di scansione molto elevate e da sempre pone sfide tecniche anche alle metodiche più evolute come la Risonanza magnetica e la Tomografia computerizzata (TC). La qualità delle immagini acquisite risente infatti della presenza di «artefatti», imperfezioni dovute a «sbavature» prodotte dai movimenti come, appunto, il battito cardiaco. Questo limite ha una forte influenza sulle strategie terapeutiche da adottare, che necessitano di studi il più possibile dettagliati.

Questa nuova tecnologia ha consentito finora di escludere la diagnosi di patologia ostruttiva coronarica già in oltre un centinaio di pazienti, solo in base alle scansioni acquisite dalla Radiologia diagnostica per immagini del Papa Giovanni XXIII

All’ospedale Papa Giovanni XXIII è stata messa in funzione ad aprile 2022 una attrezzatura al momento presente in pochissimi centri in Europa. È la nuova TC Dual Energy. La sua estrema rapidità di acquisizione delle immagini, in associazione ad avanzati sistemi di intelligenza artificiale, offre vantaggi per il paziente impensabili fino a venti anni fa, permettendo ai radiologi di studiare in maniera molto accurata il cuore e le sue arterie, persino in pazienti con aritmie ad elevata frequenza cardiaca.

Questa nuova tecnologia ha consentito finora di escludere la diagnosi di patologia ostruttiva coronarica già in oltre un centinaio di pazienti, solo in base alle scansioni acquisite dalla Radiologia diagnostica per immagini del Papa Giovanni XXIII, diretta da Sandro Sironi, professore ordinario di Radiologia Diagnostica all’Università Milano Bicocca. Ai pazienti che risultino privi di patologia alla TC viene risparmiato un esame di coronarografia invasiva non necessario e che comporterebbe un rischio procedurale senza alcuna utilità terapeutica.

«La TC non sostituisce la coronarografia – precisa Paolo Marra, responsabile della sezione di Radiologia interventistica e angiografia del Papa Giovanni -. L’esame invasivo si può evitare per quei pazienti che, dalle prime analisi cliniche e di laboratorio, fanno registrare probabilità non elevate. È però essenziale che l’indicazione all’esecuzione della TC sia data nel modo corretto, dallo specialista cardiologo e condivisa dal radiologo. Il valore predittivo positivo della TC è basso, specie per arterie molto calcifiche, ma la precisione nell’escludere patologia è invece molto alta».

La nuova TC sta evidenziando vantaggi notevoli anche oltre l’ambito cardiovascolare. Nelle malattie polmonari consente uno studio accurato dell’interstizio con tempi di scansione rapidissimi in pazienti che faticano a mantenere un’apnea prolungata. Nell’embolia polmonare la tecnologia ad «energia duale» consente di effettuare l’esame con una dose bassissima di mezzo di contrasto, minimizzando il rischio di tossicità renale. Per le malattie del fegato aiuta a quantificare il contenuto di grasso nelle cellule (steatosi) e permette di individuare epatocarcinomi, anche molto piccoli, mettendone in risalto la presa di mezzo di contrasto. È più agevole distinguere gli elementi che compongono i calcoli urinari e quantificare l’edema nelle ossa. La concentrazione di iodio assorbita dai tessuti dopo la somministrazione del mezzo di contrasto può essere quantificata con maggiore precisione e la scansione basale preliminare può essere risparmiata, poiché il computer sa generare un’immagine virtuale senza contrasto.

«La radiologia interventistica, al pari della chirurgia, negli anni ha perseguito una sempre minore invasività – conclude Marra -. Le moderne tecniche di imaging permettono di caratterizzare al meglio la patologia. Una diagnosi sempre più accurata riduce notevolmente il ricorso ad interventi non utili per il paziente e orienta al meglio le scelte terapeutiche. Il vantaggio delle nuove tecnologie è quello di supportare il team medico multidisciplinare nella scelta tra trattamenti invasivi e quelli medici. In futuro, strategie mirate e sempre più personalizzate offriranno maggiore efficacia e migliori risultati nelle cure per il paziente con malattie cardiovascolari e oncologiche».

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