Sponsorizzato

Dal calcio al padel, l’acqua alcalina vince sul campo

Lo sapevate che l’acqua gasata riduce le infiammazioni? E che quella basica è indicata per chi fa sport? Al meeting di Fonti di Gaverina ex calciatori ed esperti si sono riuniti per ricordare l’importanza di scegliere l’acqua giusta in base ad età, abitudini ed eventuali patologie

«Tanto è acqua». Quante volte ci è stato detto o l’abbiamo pensato. Ma attenzione a sottovalutare quello che per tutti noi è un gesto abitudinario: dietro – o meglio dentro - a un bicchiere d’acqua c’è infatti un mix di caratteristiche nutrizionali e organolettiche che il nostro organismo dovrebbe o meno assumere in base ad età, abitudini, patologie, condizioni climatiche.
Ma quali sono le proprietà da conoscere per il giusto fabbisogno giornaliero di sali minerali? E soprattutto quale acqua bere quando si fa sport? Dallo sci al calcio fino al padel, l’acqua alcalina può essere considerata l’acqua degli sportivi e, non a caso, al meeting promosso il 27 gennaio presso la Cantalupa da Fonti di Gaverina erano presenti gli ex calciatori di serie A Ciro Ferrara, Nicola Amoruso, German Denis, Mark Iuliano e Alessandro Budel.

«L’acqua ideale per chi pratica attività sportiva è quella medio minerale, ovvero acqua con un buon contenuto di sali minerali necessari per reintegrare quelli persi - sottolinea il dott. Paolo Paganelli, biologo nutrizionista -. Inoltre, è fortemente consigliata l’acqua alcalina che con un pH sopra il 7.5 è un potente antiossidante in grado di rallentare l’invecchiamento cellulare limitando l’azione dei radicali liberi e riducendo le infiammazioni sistemiche dell’organismo. Gli sportivi che assumono regolarmente acqua alcalina, o basica, ottengono un netto miglioramento nelle proprie prestazioni. Anche sulla prevenzione l’acqua alcalina svolge un ruolo importante perché favorendo la riduzione di acidi residui a livello muscolare diminuisce la probabilità di andare incontro a lesioni».
L’attenzione di Fonti Gaverina alla salute degli sportivi va di pari passo con la mission del nuovo management aziendale e nella recente sponsorizzazione di Padel Tv, la prima emittente dedicata al padel. Ma non solo: «Siamo stati sponsor della Fiera Padel Trend Expo che si è tenuta nei giorni scorsi a Milano - spiega Simona Micalef, amministratore delegato di Fonti di Gaverina -. Nel 2024 ci impegneremo a diffondere il nostro marchio di acqua minerale “pura per natura” che grazie a un valore di nitrati quasi assente si distingue anche per l’ottimo equilibrio di sali minerali, il basso contenuto di sodio e la presenza significativa di fluoro: un’acqua termale in tutti i sensi».

Siamo anche l’acqua che beviamo: impariamo a leggere l’etichetta

Durante il meeting gli esperti hanno rimarcato l’importanza di scegliere l’acqua giusta nella consapevolezza che non tutte le acque possono essere consumate come alimento: «L’acqua minerale è pura all’origine e rigorosamente controllata da chi la produce, mentre l’acqua distillata, quella piovana o la neve non sono adatte per l’alimentazione, in quanto non contengono la quantità giusta di macro e microelementi, detti anche oligoelementi» ha spiegato Claudio Calvi, ingegnere con oltre 35 anni di esperienza nel settore.
La composizione di un’acqua minerale è definita da 48 parametri che vengono sottoposti ad analisi periodiche (per legge almeno ogni 5 anni) e sono riportati sull’etichetta che è la carta d’identità dell’acqua: «Bevendo acqua minerale sappiamo la quantità di sali che introduciamo nel nostro organismo e l’etichetta ci consente di scegliere la “nostra “acqua - conferma Calvi -. Le acque minerali, infatti, si differenziano fra loro per il diverso contenuto di sali disciolti come sodio, potassio, calcio, magnesio, cloruri, solfati e bicarbonati: il residuo fisso costituisce un parametro importante perché permette di classificare le acque minerali e di scegliere le acque in base alle varie esigenze».

Bambini e anziani: a ciascuno la sua acqua

C’è poi l’aspetto dell’alcalinità, ovvero il pH alla sorgente che indica il livello di acidità dell’acqua (7 è il valore neutro e Gaverina si attesta al 7,7): «L’assunzione di acqua alcalina implica una serie di benefici, dalla riduzione di processi infiammatori al miglioramento della digestione nei soggetti che soffrono di reflusso gastroesofageo - aggiunge Paganelli -. Anche la quantità di nitrati, sostanze dannose se assunte in modo prolungato perché ostacolano il trasporto di ossigeno nel sangue, va tenuta in considerazione, in particolare durante l’infanzia. La legislazione raccomanda acque con valori di nitrati inferiori a 45 mg/l per gli adulti e sotto i 10mg/l per anziani, donne in gravidanza e bambini, i quali possono cominciare a bere acqua dopo lo svezzamento, assumendo 1 litro al giorno tra i 6 mesi e l’anno di vita per poi aumentare gradualmente e arrivare a 2 litri dagli 11 anni in poi».
Attenzione anche a calcio e magnesio che sono essenziali per ridurre il rischio di osteoporosi: «Le acque con magnesio superiore a 50 mg per litro sono indicate per chi soffre di diabete – conferma Paganelli - mentre per la salute in generale degli over 65 è meglio bere acque minerali con sodio e solfati in basse concentrazioni, rispettivamente sotto i 50 mg/l e 250 mg/l».

La sostenibilità si fa vetro

Infine, un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale legata a doppio filo alla policy aziendale di Fonti di Gaverina di distribuire l’acqua solo in vetro: «Una scelta green perché il vetro è specchio dell’economia circolare - ha ricordato Maurizio Melis, giornalista scientifico di Radio 24 -. Le bottiglie vengono riciclate e sottoposte a un processo di sanificazione e sterilizzazione e, soprattutto, garantiscono la purezza dell’acqua che nel vetro non assorbe alcun tipo di sostanza nociva e può essere conservata fino a 2 anni senza alterare le sue caratteristiche organolettiche».

Gaverina: dal 1890 l’acqua dei bergamaschi

La scelta di imbottigliare l’acqua alla fonte e solo in vetro è il tratto distintivo di Fonti di Gaverina che dal 1890 può essere considerata l’acqua dei bergamaschi, tant’è che in passato si diceva «dammi una Gaverina» per indicare l’acqua frizzante. Le origini della Fonte di Gaverina affondano infatti le radici nella seconda metà dell’Ottocento quando Giuseppe Angelini, affetto da uricemia, su consiglio di un sacerdote si recò a Gaverina per curarsi con l’acqua sulfurea, scoperta grazie alle mucche di un contadino che preferivano abbeverarsi alle sorgenti sulfuree sgorganti nella valletta piuttosto che alle più vicine e limpide acque del torrente Gatto.
L’efficacia terapeutica dell’acqua spinse Angelini ad acquistare nel 1875 le prime proprietà delle Terme diventando, di fatto, il fondatore delle Terme di Gaverina. Edificò un tempietto a protezione delle sorgenti dando la possibilità a tutti di fruire dei benefici di questa acqua e, nel 1890, con decreto della Regia Prefettura di Bergamo veniva autorizzato a porre in commercio, per uso medicinale, l’acqua sulfurea della fonte di Gaverina che sgorgava nella valle.
All’inizio del Novecento venne fondata la vera e propria stazione termale che disponeva di quattro fonti diverse (Centrale, Bassa, Molognetta e Ippocastano), di un proprio impianto di imbottigliamento e di un albergo.
Negli anni Venti le qualità curative di Gaverina iniziano ad essere pubblicizzate su numerosi manifesti informativi e sulle etichette delle bottiglie di acqua: fu il primo passo di una continua valorizzazione di quest’acqua minerale, intorno alla quale sono state create tutte le strutture caratteristiche di una cittadella termale della salute, stimolando anche il settore industriale dell’imbottigliamento dell’acqua. Ancora oggi l’acqua Gaverina sgorga pura per natura nella medesima fonte di 130 anni fa e conserva tutta una serie di nutrienti essenziali che favoriscono il corretto svolgimento delle funzioni corporee di neonati, bambini, adulti, sportivi e anziani.

www.gaverina.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA