«Basta cantieri per strade nuove. Investite di più nei mezzi pubblici»

Seconda puntata con i contributi dei lettori. Le risposte e le idee arrivate sono tantissime. Scrivici anche tu il tuo parere.

NON LIMITARTI A LEGGERE, PROGETTA CON NOI LA PROVINCIA CHE VORRESTI ABITARE!

Ecco alcune delle domande che ci siamo posti e su cui abbiamo ospitato il parere di esperti. Ora chiediamo anche a te di comunicarci il tuo pensiero, di rispondere alle domande che vedi qui sotto, scrivendo a [email protected]

Su questo sito puoi ritrovare tutti i contributi che ti abbiamo proposto in queste settimane: dal calo delle nascite alla transizione economica ed ecologica, dalla città che educa a come sta cambiando il lavoro, e a come il lavoro cambia il nostro territorio. E ancora i temi ambientali, urbanistici e della sanità, così come la domanda sui valori di fondo che sono alla base della nostra identità e convivenza.

Abbiamo deciso ora di pubblicare i contributi che i lettori ci hanno già inviato, raggruppandoli per singoli temi. I temi di oggi sono:

    C’è una buona prassi per la transizione ecologica in cui ti sei imbattuto viaggiando in Italia o in Europa?

    Come può una città come Bergamo attrarre giovani, dovendo combattere la concorrenza di Milano?

    Se potessi diventare paesaggista per un giorno, come trasformeresti il luogo in cui vivi o lavori?

    Di cosa vorresti avere la certezza prima di decidere di diventare genitore?

Viaggiando in Europa hai incontrato buone prassi per la transizione ecologica?

In Austria senza bisogno di auto

Avete chiesto idee di buone prassi incontrate viaggiando in Europa. Vivo a Vienna da ormai 6 anni (ora ne ho 25), senza né patente né macchina perché non ne ho mai sentito il bisogno. Né qui in una grande città, né quando vado a visitare amici e conoscenti in altre parti dell’Austria, anche in città più piccole o paesi. Neppure quando vado a camminare in montagna o a sciare.

Quando torno a Bergamo sono completamente dipendente dai miei genitori e amici automuniti. Mia madre abita a Villa d’Almè e mio padre ad Alzano, i miei amici a Bergamo centro. L’ultimo pullman (comodo) per tornare a Villa d’Almè è verso le 19 e l’ultimo trenino per Alzano alle 21.30. Andare nelle valli senza macchina è pressoché impossibile. Eppure cosa vedo? Sempre e solo cantieri per allargare le strade (Dalmine-Villa d’Almè, Rotonda delle Valli). È molto ben risaputo che allargare e migliorare le strade non migliora il traffico se non a brevissimo termine. Apprezzo moltissimo e non vedo l’ora che parta il trenino della Val Brembana, ma nel frattempo perché non si aggiungono più linee di pullman e perché non li si fanno andare fino, almeno, a mezzanotte? Mi sembra una soluzione relativamente semplice da mettere in atto (ovviamente, allocando i fondi in modo corretto). Più mezzi pubblici ci sono, più gente li userà, più saranno sicuri e meno macchine ci saranno. Spero moltissimo di vedere più soldi investiti nei mezzi pubblici che in cantieri sulle strade durante le mie prossime visite a Bergamo.

Grazie mille per averci dato l’opportunità di dire la nostra.
Lucia Marchionne

Sì, è tutto bello, ma occorre partire dalle piccole cose per raggiungere le grandi. Proporrei una visita in Svizzera. Copiare le cose buone e belle non è peccato.
G. Pizzinelli

Più attenzione verso la mobilità a zero emissioni, mezzi elettrici e soprattutto piste ciclabili sicure, non solo un segno bianco sull’asfalto.
Omar Mazzoleni

In Assia, Land tedesco, gli insegnanti possono viaggiare sui treni e altri mezzi pubblici gratuitamente. Sarebbe anche per noi un vantaggio notevole per ridurre il traffico mattutino attorno alla città (la domenica viaggia gratuitamente anche la famiglia di un insegnante!).
Patrizia Dolazza

In Austria, le bottiglie di vetro si rendono al supermercato che le recupera (non ricicla, ma date ad aziende che riutilizzano la bottiglia) e offrono un buono sconto per la spesa. Ai turisti inoltre viene regalato il biglietto per i mezzi pubblici (qui avviene solo in Trentino, sarebbe buona norma regalarlo anche nelle città).
C.P.

I veleni delle guerre

Con riferimento al dibattito sulla salvaguardia del territorio locale e mondiale, pongo una osservazione: si fanno convegni e studi lodevoli per individuare come migliorare la cura del creato, quindi combattere inquinamento e quanto fa male all’ambiente. Eppure mezzo mondo è interessato a lancio di razzi ed oggetti volanti con ordigni che contengono veleni e componenti distruttive di vario genere. Che dire poi degli incendi distruttivi di foreste e campagne, deponendo sopra e sotto il suolo veleni che dureranno secoli per essere smaltiti. Eppure finora non ho visto o sentito alcuna iniziativa di associazioni ambientaliste, autorità pubbliche e organizzatori di cortei che chiedano di cessare questo inquinamento voluto e sempre più vasto in tante parti del pianeta terra. Fatto volutamente dall’uomo per distruggerci reciprocamente. Gli inquinamenti causati dalle guerre con le emissioni di veleni e di atomi di vario genere, sono certamente molto ma molto più gravi delle emissioni di veleni provenienti dalle ciminiere degli stabilimenti. Mi piacerebbe che nascesse una qualche discussione in merito.
Walter Belingheri

L’accelerazione sconsiderata alla decarbonizzazione ci porterà a recessione economica con più poveri in assoluto e pochi più ricchi in assoluto.
Donato Sportelli

La mia idea è di evitare il più possibile di deturpare i boschi per edificare e nelle zone non consone abbiamo tantissime case, fabbriche ed edifici mal messi che possono essere ristrutturati. Perché l’uomo quello che toglie alla natura, la natura se lo riprende. E ci vogliono più controlli per verificare come fanno i lavori: fanno le strade togliendo gli alberi e mettono il cemento. Ciò che ci circonda è da salvaguardare con cura.
Alessandra

Alla città servono decisioni concrete per essere più attrattivi

Il problema dei trasporti

Bergamo potrà competere se saprà sviluppare un vero collegamento con la linea ferroviaria ad alta velocità (al momento non c’è paragone né con Milano né con Brescia), una rete di mezzi pubblici ancora più efficiente (e più strutturata la sera, vista anche la cronica mancanza di parcheggio), una politica abitativa a favore dei giovani e un’offerta culturale stabile e di qualità.
Luana Varalta

Senza collegamento metropolitano con Milano non diventerà mai grande e per i giovani!
G. Pizzinelli

Sull’ipotesi di «Grande Bergamo»

Se la «Grande Bergamo» arriva fino a Villa d’Almè, allora perché non comprendere anche Zanica, Urgnano, Cologno al serio, Seriate, Pedrengo, Ponte San Pietro, ecc.. Ma chi decide chi e come?
M.D.

Non capisco dove si voglia arrivare con questo ragionamento. Se si parla di collaborazione tra Comuni è una cosa (e vi sono enti che dovrebbero essere preposti ad incentivarla: Provincia, ambiti, conferenze di servizi, ecc), ma se si pensa che il problema sta nell’eliminare i sindaci dei paesi per averne uno a capo di una metropoli, il ragionamento è sbagliato. Ne risente la qualità della vita ed il rapporto delle istituzioni con i cittadini. Nei paesi i sindaci sono presenti, parlano coi cittadini, li conoscono personalmente, discutono dei loro problemi. In città il sindaco è spesso solo un altro “politico” tra tanti, lontano dalla gente e dai loro problemi.
Cristian Lorenzi

Sono discutibili i vantaggi di aggregazioni con comuni limitrofi (comunque non arriverei certo ad Almè, Alzano e Dalmine). Ce ne sono di più vicini eventualmente! Fuori tema in parte: è mai possibile che arrivando in autostrada verso Milano non ci siano indicazioni per la città di Bergamo; per fortuna c’è l’indicazione Aeroporto di Orio al Serio! Prima di pensare alla grande Bergamo bisognerebbe “pensare in grande per Bergamo”.
Marco

Una città più sostenibile

La mia idea è in apparenza semplice, ma porterebbe grandi benefici. Consiste nel prolungare la pista ciclabile che termina in via San Lazzaro, per proseguirla dritta fino a via Corridoni; passando da Porta Nuova, via Camozzi e poi via Suardi. Attraverserebbe tutto il centro città e quindi l’opportunità di attraversare Bergamo a piedi o in bicicletta in assoluta sicurezza e inquinamento zero.
Marco Manzoni

Buongiorno, bisogna estendere il bike sharing (muscolari e elettriche) anche alla provincia. Inoltre l’unico mezzo che dalla province alla città ha un senso è la Teb.
Raffaella Usnaghi

Buongiorno a tutti voi, la mia preoccupazione non è per i progetti in essere, che stanno facendo passi in avanti per la loro realizzazione. Ben venga una città vivibile sotto ogni aspetto per i cittadini, con significative attenzioni alla mobilità, ai servizi, ai negozi di vicinato in tutti i quartieri. La cosa che mi preoccupa di più è il fatto che si progetta senza tenere conto di cosa sarà a progetto ultimato. Di esempi ne abbiamo a iosa nella bergamasca e anche in Bergamo, vedi le code al rondò dell’autostrada, il flusso di traffico verso il centro città (ormai congestionato), i servizi pubblici carenti (specialmente la sera), code chilometriche al rondò di Zanica, ecc. Abbiamo tutti presente i fatti di cronaca degli ultimi tempi, la violenza sulle donne non si arresta purtroppo. Quindi, visti i progetti futuri, sia del Pgt, Bergamo Sud e di Rfi, siamo sicuri di non creare disagio o addirittura timore alle donne che, tornando da uno spettacolo serale, devono attraversare i sottopassi pedonali? Non si sta parlando a gran voce di tutelare il mondo femminile? Ecco cosa mi preoccupa... il gran bla bla.
Maurizio De Micheli

«Io mamma per scelta: ecco perché mi sento realizzata»

Da settembre a dicembre, oltre alle pagine del giovedì su L’Eco di Bergamo, le proposte e i contributi di Missione Bergamo sono stati approfonditi e discussi anche su Bergamo Tv, nel programma Incontri, e su Radio Alta, soprattutto all’interno della chat «Radio Alta community», promossa e moderata da Teo Mangione. I contributi che seguono provengono da questa chat.

Buongiorno a tutti, purtroppo la politica a favore delle famiglie in Italia non funziona. Io ho avuto solo un figlio per riuscire a lavorare.

Buongiorno Teo, ma se al giorno d’oggi la maggior parte delle coppie lavorano, sarà poi così vero che sia un fatto economico? Io sono madre di due figli, ora universitari, casalinga, marito dipendente: facciamo sacrifici, ma riusciamo. Per me è più mentalità, che è cambiata in tanti anni. Una volta c’era anche il culto religioso molto sentito, ci si sposava anche a 16 anni e si facevano figli per il bisogno per il lavoro della terra. Situazioni estreme, ora siamo all’estremo opposto: si arriva a 40 anni e per qualcuno è tardi. Una donna deve arrivare dappertutto, se lavora ed è da sola. Una volta c’erano i nonni che aiutavano, ora anche loro lavorano fino a tarda età e, se sono in pensione, se la godono,e fanno benissimo. Per il mio punto di vista è il modo, il mondo, è la società in cui viviamo che ha fatto cambiare le nostre priorità.
Michela

Buongiorno Teo. È un argomento davvero complesso e gli incentivi indicati sono alcune opzioni, ovviamente. Mi fa sorridere l’aiuto morale, perché il sostegno morale se lo danno autonomamente già moltissime famiglie, ci mancherebbe solo che venisse istituzionalizzato.
Diego

Hai ragione: aiuto morale è anche sostenere le giovani coppie che fanno figli, molte subiscono critiche solo perché hanno desiderio di farne.

Vero anche questo. Poi ci sarebbe anche il sostegno alle famiglie con figli con disabilità. Riusciamo a fare cose incredibilmente positive alla nascita, per poi abbandonarli (figli e famiglie) durante la crescita. Ma qui vado fuori tema.
Diego

Non si fanno figli perché nella coppia entrambi lavorano ed entrambi vogliono realizzarsi professionalmente, si rimanda e poi non si ha il coraggio di sacrificare tempo, hobby, ecc. Nella coppia una volta la donna si ridimensionava e supportava il marito e la famiglia.

È un argomento molto complesso. Il problema tante volte non è farli, ma farli sapendo di dar loro il massimo che meritano e domandarsi soprattutto economicamente, ma anche temporalmente, se si riuscirà. Ad esempio, parlando con tante persone mi hanno detto che hanno fatto i figli sapendo di poter contar a prescindere sui nonni, completamente. E io non lo trovo giusto perché si sono fatti anche loro il mazzo fino ad allora. Finchè lo chiedi per qualche volta a settimana o sono loro stessi che vogliono assumersi un tale carico, va bene. Ma una cosa resta di base: se non lavori in due non vai da nessuna parte. Comunque ripeto, è un argomento molto complesso.
Giova

È la scelta che ho dovuto fare io vent’anni fa. Lavoravamo entrambi in banca, a Milano. Due bambini all’asilo e scuola, sempre con un gioco di incastri con i 4 santi nonni che erano diventati i nostri schiavi. Io ho deciso di rimanere a casa, favorendo la crescita professionale di mio marito, mentre io mi sono cresciuta i figli come volevo io. Ora sono adulti, universitari, tutti mi dicono che sono bravi, educati e sempre attenti agli altri, soprattutto ai fragili. Loro sono felici perché quando entrano a casa la mamma c’è, trovano sempre il mio sorriso, un bacio, il piatto caldo, il supporto nello studio e nelle loro attività. Sono felice di questa scelta anche se, soprattutto ultimamente, con un solo stipendio bisogna fare tante rinunce, ma con qualche loro lavoretto si riescono a ritagliare la vacanzina ogni tanto e qualche sfizio. A me va bene così, non amo uscire a cena, mi basta poco per vivere, sono minimalista e quello che ho è fin troppo. Certo, giro con una panda del 2008, ma mi basta e avanza! Io lo dico sempre alle donne, non siate competitive con gli uomini, ci sono tanti modi per “fare carriera”! Quante critiche ho sempre ricevuto per questo mio modo di pensare, ma a cinquant’anni io sto bene così e non mi sento una mantenuta: mi alzo alle 6 (non solo per sentire Teo...) ma per preparare tutto, stirare, cucinare, badare ai genitori anziani e malati. Vado a letto stanchissima, ma sono realizzata. Scusate il papiro ma volevo condividere la mia esperienza un po’ controcorrente!️ Il mio hobby? Radio Alta e voi!
Elena

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