D-Kola compie cinque anni
Ispirazioni all’insegna del colore

Cinque anni di stoffe che taglia e cuce grazie alle evoluzioni della sua mente. Le dai un progetto, un’idea da cui partire, e Dorina Kola riempie album da disegno, con schizzi e pensieri.

Cinque anni di una donna sensuale e tenace, che ama abiti in cui raccontarsi, dimostrare qualcosa: il tempo della femminilità, di una grazia che si manifesta attraverso capi spalla che si infilano a pennello e abiti che seguono linee geometriche, ma senza mai banalità. «Con i miei vestiti io riscopro il mio tempo» è la frase da cui D-Kola, nome del suo brand, ha iniziato nel 2012 in via Pignolo. Di origine albanese, a Bergamo dal 2005, l’occhio è vivace e furbo, il sorriso sempre acceso. Per festeggiare il compleanno ha scelto di spostarsi in via Broseta, al civico 7A: «Più centrale, per un laboratorio più grande e un atelier più maturo».

Ci sono le macchine da cucire e uno spazio da dedicare alla creazione, che è più ricercata: «C’è il neoprene, grande amore, ma anche il cachemire per questa collezione invernale. Tanti abiti, i miei cappotti e le giacche che amo». Il tutto sempre senza assecondare la filiera commerciale, «ma lavorando sulle mie suggestioni, su ciò che la vita mi racconta». Questa continua a essere D-kola: «Creare abiti per le donne che ho in testa, che ho osservato - sorride -. Mi piace pensare a delle storie con i miei abiti». La storia in questo anniversario ha un ruolo centrale: «Ho recuperato le mie radici e ho fatto ricerche sull’etnografia albanese: importante l’incontro con la presidentessa dell’Istituto di moda di Tirana che mi ha aperto a un mondo di ricami, di narrazioni del passato da leggere sugli abiti di un paese che si è tramandato la sua storia anche attraverso il costume. Un grazie speciale alla scrittrice Elena Pagani che ha visto, prima di me, il mio passato sui miei abiti». Ricami infiniti, un estro «asimmetrico, che mi ha fatto pensare ai miei primi vestiti», ma soprattutto «una scoperta del colore in cui mi sono tuffata: è stato un incontro bellissimo». E Dorina ha così ripercorso il suo passato, con tanto di sfilata in collaborazione con il Ministero della Cultura albanese: «Ho messo il colore sul mio neoprene, con l’effervescenza del rosso, bordeaux, verde, blu. Ho usato la “mia tela”, per ricolorare me stessa e così ho portato a casa nuovi pezzi di me».

Il colore è entrato anche in una linea di abiti in fresco lana di cashmere, reversibili. «Tecnicamente sono cresciuta: ho una visione più precisa, più globale della collezione». Ma resta l’artista di sempre: «Vado a mille: romantica e aggressiva, impulsiva e sognatrice». Ribelle, che non dimentica le radici e le tratteggia sui capi. Quest’anno con fili colorati. Storie di racconti e del tempo che passa e di nuovi traguardi. Sinceri e intensi.

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