«Io artigiana, creatività
per affrontare il Covid»

«Serve costruire, improvvisarsi non porta da nessuna parte, soprattutto ora che il Covid ha ridefinito ogni progetto, modificando le relazioni, rivalutando le priorità della vita».

Giorgia Iori (nella foto con i suoi abiti, ndr) è una donna solare, concreta e, dopo tanta gavetta ed esperienze nel mondo della moda, ha coronato il sogno di una vita: aprire una sua «bottega artigiana» in pieno centro a Bergamo.

In via Sant’Orsola 17, dove un tempo c’era una storica merceria, la stilista ha aperto il suo showroom con laboratorio artigiano annesso: «Sono un’artigiana e ne vado fiera - spiega -. Costruire il mio lavoro, tassello dopo tassello, è servito ed è servito vivere e saper fare tutti i passaggi della catena produttiva che porta alla creazione di un modello».

Amante degli abiti, ottimista «sempre e comunque -dice -, sono anche molto caparbia, con i piedi per terra: non ci si inventa ai tempi del Covid e l’esperienza aiuta così come la creatività, la voglia di metterci sempre il cuore, di accettare la fatica e di continuare ad assaporare un mestiere che chiede manualità, che ha il sapore del passato e ricerca ancora bellezza».

Lei lo fa con abiti morbidi con lunghe fusciacche: «Scelgo materiali di qualità, tessuti organici e modelli che non vogliono invecchiare». Con un’impostazione sempre più custom: «Personalizzare è alla base di un mestiere come il mio e la mia linea punta a svilupparsi, stagione dopo stagione: ora è anche una collezione di calzature».

Adora i tartan, ma anche i colori della natura: le tonalità della terra, l’avorio come il bianco, il miele. «Voglio una moda che racconti una donna sofisticata, padrona della sua vita, comoda e dinamica, che possa vestirsi con leggerezza, che si senta appagata». Una moda contro la malinconia di questi tempi, le tensioni e preoccupazioni: «Che abbiamo tutti, ma che dobbiamo affrontare: le cose ben fatte, creative, vincono anche su questa fase della nostra vita».

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