«A tutti i suoi pazienti ha donato competenze e umanità». L’addio a Flavia Fabiani

I funerali. Un caloroso e lungo applauso ha accolto l’uscita dalla chiesa parrocchiale San Giuseppe di Dalmine della salma di Flavia Fabiani, la dottoressa di 67 anni che si è spenta nei giorni scorsi a causa delle complicanze di un tumore.

Un applauso come ultimo saluto, ma soprattutto come riconoscimento alle doti professionali e soprattutto umane di Flavia che, tra le altre cose, era stata direttore dell’Unità operativa di Ipovisione e riabilitazione visiva all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e uno dei fondatori del comitato scientifico di Arlino.

«Quante persone si sono avvicinate a lei chiedendo luce per gli occhi e consolazione per l’anima - ha detto il parroco don Roberto Belotti durante l’omelia -. A tutti i suoi pazienti ha donato competenze e umanità».

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Commosse anche le testimonianze del fratello Alessandro, dei nipoti Sergio e Stefania, dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti e dell’Unione nazionale cavalieri italiani. Tutti ne hanno sottolineato l’impegno costante, anche sociale, l’abnegazione, l’amorevolezza per i pazienti, l’altruismo e la spiccata sensibilità: «C’eri per tutti – ha raccontato il fratello -: in famiglia, in parrocchia, al lavoro, nelle associazioni, per gli amici e i tuoi pazienti, a offrire sempre il tuo sostegno con grande umiltà».

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