A Lille a scuola di comunicazione e ora nel team di «Big Mamma»

Matteo Bratelli. A 23 anni da Ardesio alla città francese «Un master di 2 anni con soli 30 studenti e tanta pratica» L’ingresso nel team della catena di ristorazione europea.

L’inizio dell’avventura all’estero con l’esperienza Erasmus e - come spesso accade - la decisione di rimanere lì. È andata così anche per Matteo Bratelli, 23enne di Ardesio, che dal 2020 vive in Francia. Prima a Le Havre, in Normandia, poi Parigi, Lille e di nuovo il ritorno nella «Ville Lumière», da gennaio 2022.

Iscritto a un master in Marketing & Comunicazione globale alla scuola di comunicazione Iscom di Lille, lavora a Parigi, nella squadra di comunicazione di «Big Mamma», catena di ristorazione italiana nel mondo.

Gli studi sulla pubblicità

«A Bergamo, dopo il diploma di ragioneria, ho intrapreso il percorso di studi in Scienze della comunicazione curriculum impresa e società - racconta l’ardesiano -, e nell’anno accademico 2020-2021, ho deciso di partire alla volta di Le Havre, dove allo Iut (Istituto universitario tecnologico) ho maturato un Dut (diploma tecnico universitario) in Informazione e comunicazione opzione pubblicità. Successivamente mi sono trasferito a Parigi per due mesi, dove ho svolto uno stage curriculare di due mesi in una start-up. Sono così rientrato a Bergamo, terminata l’esperienza Erasmus, e nel luglio 2021 mi sono laureato».

Lille, città per studenti

La voglia di partire però era irrefrenabile, così il 23enne ha fatto ritorno in Francia. «Avevo scelto Lille perché molti la consigliavano - prosegue -: dicevano che era parecchio viva e perfetta per gli studenti. Infatti è proprio così. E oltre a essere meravigliosa, tutta in stile ottocentesco, e ricca di pioggia proprio come piace a me, si trova in una posizione strategica. É infatti a un’ora di Tgv da Parigi, a 90 chilometri da Bruxelles, a quattro ore di auto da Londra e Amsterdam e facilmente raggiungibile anche dall’Italia. Insomma il posto ideale. Terminata la Triennale a Bergamo, avevo deciso di continuare a formarmi in Francia, seguendo un corso di studi che fosse più professionalizzante. Così ho optato per la scuola di comunicazione Iscom di Lille. Le classi sono di 30 persone, i professori sono professionisti della comunicazione e ti seguono in ogni passo per formarti in maniera davvero magistrale. La frequenza è assolutamente obbligatoria, e serve una certificazione del medico in caso di malattia».

Il team di «Big Mamma»

«Da fine gennaio 2022, mi sono invece trasferito di nuovo a Parigi: ero alla ricerca di uno stage di sei mesi, necessario per validare il primo anno di master, e sono entrato nel team di comunicazione di “Big Mamma”. Si tratta di un’impresa di ristorazione italiana, in super espansione, con diciannove ristoranti in Europa, tra cui sette a Parigi (più un grande food market), tre a Londra, due a Madrid, due in Germania e uno a Montecarlo. Ogni ristorante è unico, con un suo nome e storytelling, una decorazione folle, menù che cambia a ogni stagione e abbraccia le esigenze di clientele diverse. L’obiettivo è quello di esportare l’eccellenza della gastronomia italiana in Europa, e valorizzare le persone all’interno del team, attraverso i quattro valori del brand: autenticità, meritocrazia, eccellenza e imprenditorialità. Io mi occupo prevalentemente di brand content. In questi mesi ho avuto l’opportunità di andare a Londra e Marsiglia per dei progetti, e anche a Milano, al salone “Identità golose”, per presentare il brand».

Studio e impresa

Ora, l’ardesiano, sta frequentando il secondo anno del master, l’ultimo del percorso scolastico, focalizzato sulle seguenti tematiche: content strategy e management della marca. «La formazione - sottolinea - avviene in alternanza, ossia sono previsti quattro giorni in impresa, e uno di scuola. Io proseguirò con “Big Mamma”, che ha deciso di darmi questa opportunità per continuare a crescere, e proprio loro, tramite una sovvenzione statale, finanziano economicamente il mio ultimo anno di studi».

Il grazie ai genitori

Nonostante i territori siano confinanti, le differenze con i cugini d’Oltralpe sono parecchie. «A livello scolastico, formativo e professionalizzante - precisa Matteo - secondo me siamo in un altro pianeta. Rispetto all’Italia, qui nel percorso scolastico sei seguito e accompagnato dalla scuola e dai professori nella ricerca della figura professionale che vuoi diventare, anche grazie alle diverse convenzioni lavorative; la scuola è molto pratica, ricca di cooperazioni con imprese, si lavora per la maggior parte del tempo in gruppo a diversi progetti. I ritmi sono intensi ma l’ambiente è magnifico e appagante. La cosa che apprezzo di più è che mi sento evolvere a livello mentale, ci sono molte sfide personali e professionali alle quali devo far fronte, e diventa stimolante perché impari a conoscere te stesso.Un’altra cosa che mi motiva è sicuramente la voglia di ripagare la fiducia che mi hanno dato i miei genitori, sono stati molto disponibili e mi hanno sempre sostenuto».

«Il tempo libero è sacro»

«Ho trovato divergenze anche dal punto di vista culturale, rispetto certamente alla realtà di paese al quale ero abituato io. Una cosa che mi ha impressionato e stranito è la domenica, qui è vissuta diversamente, e si trascorre la giornata completamente in casa: la città è vuota e i negozi sono chiusi. La gente inoltre ha uno spirito più aperto e più comprensivo. C’è un’ottima cultura del tempo libero: è considerato fortunatamente “sacro” e intoccabile. È un bene, la gente può affrontare gli impegni e la vita lavorativa con maggior serenità e determinazione».

I vini eccellenti «Per quanto riguarda il cibo invece cucino quasi esclusivamente italiano, non ho avuto ancora l’occasione di sperimentare piatti locali - racconta Matteo Bratelli -; anche se non mi sono fatto sfuggire l’occasione di provare qualche vino eccellente». Bergamo e Ardesio mancano, non solo per la cucina, ma soprattutto per le amicizie e la famiglia: «Le pietanze di casa e alcune persone sono le cose che mi mancano certamente di più, oltre a un po’ di spensieratezza dettata dalle abitudini e dal trovarsi in compagnia degli amici nei soliti posti, come le serate al “MacLaren’s pub” della serie tv “How I met your mother”».

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