A Lisbona con la passione
per gli aerei e... Violeta

«Sono molto contento dove mi trovo ora e delle scelte che ho fatto, perché, pur non avendo scelto di trasferirmi a Lisbona per lavoro, ma per amore, qui ho trovato comunque un posto di lavoro per cui sarebbe valsa la pena trasferirmi appositamente. Infatti ho sempre sognato di occuparmi della manutenzione degli aerei ed è quello che faccio a Lisbona. Quindi posso essere solo che felice di come sono andate le cose, visto anche che le aziende di aeronautica non sono ovunque né così tante e visto che in Italia non so se sarei finito a lavorare nell’aeronautica».

A raccontarlo è Matteo Cassi, 29 anni, originario di Bergamo, quartiere Redona, ma che da 5 anni vive e lavora a Lisbona. Dopo aver frequentato il liceo classico Paolo Sarpi, Matteo si è iscritto al corso di laurea in ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano e ha vissuto le prime esperienze all’estero. «Durante la specialistica – spiega – sono stato 1 anno a Lisbona per l’Erasmus, e 6 mesi a Victoria, in Canada, per la tesi di laurea. Del Canada mi sono innamorato ed è stato molto triste andarsene. Sono stati mesi bellissimi in cui mi sono trovato davvero bene, per la qualità della vita, per le persone, per tutto. Un posto in cui vivrei e che consiglio a chiunque».

In Portogallo l’incontro che gli ha cambiato la vita. «Durante l’Erasmus, però, avevo conosciuto Violeta, la ragazza che oggi è mia moglie e madre di Alba, la primogenita, e del secondogenito in arrivo. Per questo, tornato dal Canada e laureato, mi sono trasferito a Lisbona». Una scelta, come detto, di cuore e non lavorativa. «Subito dopo la laurea, conseguita il 21 dicembre 2013, mi sono preso un mese in cui decidere cosa voler fare della mia vita. Nel mentre ho mandato alcuni curricula in Italia e sostenuto qualche colloquio, anche importante, ma il 20 febbraio 2014 ho fatto le valigie perché volevo continuare la mia relazione con Violeta e a distanza non aveva più senso e mi sono trasferito a Lisbona, dove ora vivo da quasi 5 anni con la famiglia che io e Violeta ci siamo costruiti».

Un mese dopo essersi trasferito Matteo è stato assunto dalla Ogma, dove ancora oggi lavora. «La Ogma, officine generali materiale aeronautico, esiste da 100 anni, dal 1918, e ha sempre svolto la manutenzione dell’aeronautica portoghese. Oggi lavoriamo anche per altre forze aeree militari, come quella spagnola, brasiliana e svedese, e, con la privatizzazione, abbiamo iniziato a occuparci anche di aviazione civile. Col tempo oltre alla manutenzione abbiamo iniziato anche a fabbricare i pezzi aeronautici e a occuparci di montaggio e design. Io lavoro nel reparto di aviazione civile». Un lavoro che piace a Matteo e dal quale ha anche grandi soddisfazioni. «Pur con i suoi difetti, il lavoro che faccio, la manutenzione aeronautica, mi piace davvero molto, perché è quello per cui ho studiato e perché mi permette di fare tante cose diverse, di variare molto, e di non annoiarmi mai: passo dal camminare sulle ali a rinchiudermi nel vano dei bagagli. Ci vuole creatività e bisogna essere metodici. Serve e si fa veramente di tutto e a me piace molto. Inoltre, sono orgoglioso, di aver ottenuto il premio come miglior stage dell’ordine degli ingegneri. Un riconoscimento che mi è stato assegnato per un lavoro svolto all’interno di Ogma in occasione della mia iscrizione all’ordine degli ingegneri portoghesi».

In Portogallo, oltre ad aver trovato il lavoro perfetto per lui, Matteo si trova bene e sta costruendo la vita che desidera. «Io e Violeta siamo sempre di corsa ed è stressante, ma stiamo facendo le scelte e i sacrifici necessari, guardando al futuro, e ci piace così. Il Portogallo è un posto interessante per vivere. Dal punto di vista umano e culturale il portoghese è forse tra i popoli più vicini al nostro, quindi direi che lo shock che si subisce nel trasferirsi è davvero minimo. Mi sono ambientato facilmente e tranquillamente. Ovunque bisogna adattarsi, se non è casa, ma qui è stato più facile. Le persone sono simpatiche e accoglienti e c’è dell’ottimo cibo. Poi se ami la spiaggia e fare sport all’aperto direi che è un buon posto e che sei facilitato».

L’Italia e Bergamo, sicuramente, gli mancano. «Mi mancano la famiglia, i parenti, gli amici, le montagne, le passeggiate tranquille, la neve, che rende tutto diverso, Città Alta e le strade che conosco a memoria. È vero che ne capisci il valore quando stai lontano per tanto tempo e forse non mi emozionerebbero così tanto oggi se non fossi mai andato ad abitare altrove». La tecnologia e i voli low cost rendono, però, la distanza sicuramente meno pesante. «Fortunatamente i voli non costano così tanto e mi permettono di venire spesso in Italia, con tutta la mia famiglia. Così riesco anche a far stare i miei genitori con la loro nipotina. E i miei genitori vengono a trovarci a Lisbona, anche per darci una mano nei periodi più impegnativi. Con gli amici poi ci si sente spesso e anche molti altri vivono all’estero o si sono trasferiti da Bergamo in altre città d’Italia. Di solito ci vediamo ai matrimoni, a Natale e a Pasqua. È sempre bello chiacchierare, ricordare i vecchi tempi e vedere quanto ancora siamo legati».

Il futuro dipenderà solo da ciò che è meglio per la sua famiglia. « Il futuro ci darà i giusti consigli per capire cosa sarà meglio fare. Per ora stiamo bene qui, ma amo Bergamo e mi piacerebbe tornare, specialmente per i miei figli e per la mia famiglia. Le scelte però le prendiamo insieme, io e Violeta, e faremo solo ciò che potrà essere la cosa migliore per la nostra famiglia. Ovunque staremo l’importante è essere insieme e stare bene».

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