«Con la passione made in Bergamo per il lavoro sono andato lontano»

Roberto Cavallini. Da Miami dirige una società di servizi per l’industria del packaging con sedi in Venezuela e Usa. «Ma tengo importanti collaborazioni con la mia città».

«Devo quello che sono diventato a mio padre che, con la sua attività commerciale ad Orio al Serio, a modo suo, mi ha dato quella educazione volta alla passione di far le cose bene la prima volta per non doverle ripetere. Che è poi l’essere artigiano, quello che ci contraddistingue». Roberto Cavallini, 54 anni, originario di Orio al Serio (poi trasferitosi nel quartiere della Malpensata e finalmente a Brusaporto, dove torna ancora a trovare la madre), racconta così la pietra angolare, l’educazione al lavoro, che lo ha portato oggi, e da oltre 20 anni, ad avere una propria società, la Isa Group Corp (www.isagroupcorp.com) , che gestisce dagli Stati Uniti d’America (dove ha una delle tre sedi; le altre due sono in Cile e Venezuela).

«Sin da piccolo ho dato una mano nell’attività di famiglia. Dal 1978 in avanti: televisori, autoradio, installazione antenne sui tetti, elettrodomestici. Sempre tra elettricità ed elettronica. Poi terminato il Cfp ho iniziato a lavorare. Ho avuto un’importante esperienza in Deltamatic srl, dal 1988, passando da un ruolo al principio come elettricista cablatore a programmatore di Plc e poi project manager. Una traiettoria che mi ha fatto crescere in modo sano e sicuro con una brillante famiglia. I fratelli Ghilardi mi hanno sempre fatto sentire voluto bene (sono elementi fondamentali in un ambiente di lavoro), da Gully a Marco a un gran maestro della imprenditoria, il titolare Raffaele Ghilardi, da cui ho tratto spunto per costruire parte del mio cammino come professionista».

«Sin da piccolo ho dato una mano nell’attività di famiglia. Dal 1978 in avanti: televisori, autoradio, installazione antenne sui tetti, elettrodomestici. Sempre tra elettricità ed elettronica»

Dal 1997, poi, Roberto decide di diventare freelance, indipendente. «Anche in questo caso ho avuto la fortuna di conoscere solo persone speciali con esperienze illuminanti. Al signor Sergio Salerno devo molto, soprattutto quando si parla di fiducia. Col figlio Mauro abbiamo poi trascorso tre anni insieme nella agenzia di Seriate (Elema srl) come rappresentante e consulente per elettronica dedicata alla automazione industriale, prima che lasciassi l’Italia. Partii per Caracas (per mano di padre Sergio Morotti, missionario salesiano a Caracas in quegli anni) e nel 2000 mi trasferii in Venezuela, dove mi sono sposato con Veruska, di origini venezuelane, una donna brillante (a celebrare il matrimonio, sembra incredibile, ma fu un sacerdote di Nembro)».

All’estero Roberto ha così dato vita con passione alla sua società. «Sono partito con tanto entusiasmo e poche certezze. L’unico punto saldo era mia moglie insieme alla sua famiglia che è unica. Dalla nostra relazione abbiamo costruito una serie di soddisfazioni che ci hanno portato poi a Barcellona prima (durante il colpo di stato in Venezuela del 2002-2003) e in ultimo a Miami dove attualmente risiediamo, passando prima per una breve esperienza a Santiago del Cile. La nostra società, in sostanza, si occupa di servizi industriali per l’industria di packaging e automazione, opera come consulenza, progettazione, vendita e servizio tecnico specializzato per le marche che rappresentiamo. Da oltre 20 anni, anche all’estero ho continuato e continuo a lavorare con aziende bergamasche di spicco, come la Scaglia Indeva SpA di Brembilla insieme al team dell’ingegner Stefano Scaglia, persona con una gran visione, e pure la Smi spa di San Giovanni Bianco di Paolo Nava, che ci ha permesso di entrare in contatto con gruppi multinazionali di grande rilievo. E dal 2017 dirigo tutto in pianta stabile negli Stati Uniti (dove viviamo), da dove gestisco le varie aziende del gruppo e i collaboratori sparsi un po’ in Sud America e anche partner negli Usa. Trasferirci qui è stata una scelta sia professionale ma anche per dare certezze alle nostre due figlie, Isabella (21 anni) ed Eleonora (17) e vivere in un punto strategico per poter viaggiare costantemente. E Miami è perfetto».

«Ho avuto la pelle d’oca quando qualche settimana fa siamo stati a Boulder, Co, per la laurea di Isabella. Sono momenti che caratterizzano la propria vita. Sia per lei, ma anche per me come padre che gioisco per il risultato brillante»

Tante le esperienze stupende che Roberto ha vissuto all’estero. «Ho avuto la pelle d’oca, ad esempio, quando qualche settimana fa siamo stati a Boulder, Co, per la laurea di Isabella. Sono momenti che caratterizzano la propria vita. Sia per lei, ma anche per me come padre che gioisco per il risultato brillante di mia figlia dopo tanti anni di sacrifici. Chi se lo sarebbe mai immaginato di vedermi e vederci in uno stadio di football americano con quasi 3000 studenti lanciando il cappello all’aria. Roba da film americano, per davvero. Però alla fine il 50% del suo Dna è made in Bergamo».

«Rappresentare Bergamo, la nostra mentalità e le nostre aziende in altri Paesi è e resta sempre un piacere di cui vado fiero. È bello vedere i clienti nel mondo soddisfatti nel lavorare con bergamaschi e aziende della nostra terra»

Bergamo che è sempre nei pensieri e anche nel modo di lavorare di Roberto. «Rappresentare Bergamo, la nostra mentalità e le nostre aziende in altri Paesi è e resta sempre un piacere di cui vado fiero. È bello vedere i clienti nel mondo soddisfatti nel lavorare con bergamaschi e aziende della nostra terra. Siamo gente caparbia, nulla da eccepire. Lavoriamo sodo e sappiamo farci rispettare. Gli Stati Uniti sono davvero un gran Paese e offrono opportunità incredibili e infrastrutture inimmaginabili. Tutto funziona bene se rispetti le regole. Appena esci fuori posto te lo fanno capire. Però l’Italia resta il Bel Paese. Calore e ospitalità sono una pietra miliare della nostra cultura. Siamo fortunati ad avere un Paese così bello. Forse spesso ce ne dimentichiamo o non sappiamo apprezzarlo come si dovrebbe. Amo Bergamo, la sua gente, il suo modo di fare, la tenacia e l’essere irriducibili, cioè portare a termine una attività fino alla fine. Poi la cucina e il dialetto. La montagna, i rifugi, le Orobie e i laghi. Ovviamente Città Alta. I casoncelli da Gigi della Osteria del Vino Buono. Mi manca tutto questo e mi mancano ovviamente la mia famiglia, mio fratello Marco esperto imprenditore, e mamma Clara con il suo gruppo effervescente di amiche, e gli amici. Con la tecnologia attuale ci si vede in ogni istante e sembra di essere vicini 24 ore su 24. Anche se poi un abbraccio vale molto di più che 365 telefonate».

«Per il momento la priorità sono gli studi delle nostre figlie. Consolidare le relazioni commerciali con i nostri partner strategici e rappresentanti, oltre che dare sbocco a maggiori investimenti con clienti di spicco»

E il futuro? «Per il momento la priorità sono gli studi delle nostre figlie. Consolidare le relazioni commerciali con i nostri partner strategici e rappresentanti, oltre che dare sbocco a maggiori investimenti con clienti di spicco. Poi magari tra 10 anni, iniziare un ritiro graduale in Spagna a Menorca con amici del posto, aprendo un ristorante sul mare, oppure sull’Isola del Giglio dove andavo da piccino coi miei in vacanza. E perché no, la Sicilia. Chissà. Sicuramente preferirei continuare il mio cammino all’estero. Nuovi Paesi con nuove esperienze. Con mia moglie e la mia famiglia possiamo andare in qualsiasi posto. Stiamo bene insieme».

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