Giulia, 21 anni, dai campi di tennis con Nadal agli studi sulle galassie

Giulia Locati Originaria di Arcene, ha viaggiato molto per i tornei all’estero. All’Accademia di Rafa in Spagna e in Florida da Pistolesi. Ora a Brighton con una borsa di studio in Astrofisica.

Giulia Locati ha solo 21 anni e una voglia incredibile di vedere il mondo. Nata ad Arcene, per tutta l’adolescenza ha sognato di riuscire a coniugare una carriera sportiva da tennista e la passione per la scienza. Finite le scuole superiori ha poi deciso di intraprendere lo studio della Fisica e di mantenere il tennis come hobby. «Dopo le medie, ho frequentato il liceo scientifico all’Istituto Facchetti di Treviglio, diplomandomi con il massimo dei voti. Da diversi anni pratico come sport il tennis, dapprima come un semplice passatempo fino a intraprendere la carriera agonistica. Il viaggiare all’estero mi ha sempre accompagnato sin da piccola, partendo dai campi estivi organizzati dalla Fit (Federazione italiana tennis) fino ad arrivare ai tornei all’estero e a un’esperienza molto formativa all’Accademia di Nadal in Spagna.

Essendo stato il tennis sempre parte della mia vita, avevo intenzione di continuare questo percorso sportivo affiancato allo studio, in particolare iniziare un corso universitario di Medicina, materia che mi ha sempre affascinato, in America. Per questo, da luglio a novembre del mio ultimo anno di liceo (anno scolastico 2019-2020), ho frequentato la Bolles School, una high school privata a Jacksonville, in Florida. Lì ho avuto la possibilità di allenarmi con l’ex tennista professionista Claudio Pistolesi, che da anni gestisce l’accademia tennistica della scuola. La mentalità e l’ambiente erano completamente diversi da quello a cui ero abituata e, capendo di non poter conciliare lo studio di una materia scientifica così complessa con gli allenamenti e i tornei, ho deciso di tenere il tennis solo come un hobby».

Astrofisica con borsa di studio

«Sono sempre stata una persona curiosa: l’idea di stare sempre nello stesso posto non mi piace - racconta -. Essendo sempre stata abituata a viaggiare, il mio desiderio di proseguire il mio percorso di studio all’estero non era svanito. Così dopo varie iscrizioni e Open day in diverse università inglesi, sono stata accettata alla University of Sussex, situata a Brighton, iscrivendomi alla facoltà di Astrofisica e ottenendo anche una delle sue 20 borse di studio. Il mio corso è un Integrated Master degree (MPhys), un corso di 4 anni al termine del quale posso iscrivermi direttamente a un dottorato (PhD)». Giulia in Inghilterra ha trovato un ambiente scolastico accogliente. «I professori sono sempre pronti a darti una mano ed entusiasti della materia che insegnano, essendo tutti ricercatori per l’università. Ciò che mi ha stupito di più è proprio il rapporto tra alunno e docente, molto amichevole. L’atmosfera italiana non è venuta a mancare, dato che ho incontrato già diversi professori italiani: con uno di loro ho collaborato l’estate scorsa nella sua ricerca riguardante tracce di comportamenti supersimmetrici in scontri tra particelle. In generale, gli studenti vengono sempre invogliati a dare il loro contributo, proponendo l’Università stessa diverse opportunità lavorative e di ricerca in dipartimento sia part-time che estive».

«La più grande esperienza proposta dall’università per potenziare le tue capacità è la possibilità di prendere parte, tra secondo e terzo anno, a un placement»

«Ad esempio, avendo notato le mie capacità, uno dei dottorandi che mi aveva affiancato in uno dei miei moduli nel primo anno, mi ha chiesto (anno universitario 2020-2021) se volessi aiutarlo nel preparare una presentazione da esporre a un gruppo di A-level students (ragazzi che studiano materie a livello avanzato durante i loro ultimi due anni di scuola superiore): così ho potuto preparare dei video teorici riguardante l’Atlas experiment, l’esperimento che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs da parte dei ricercatori del Cern, e in generale riguardanti il modello standard che governa la fisica delle particelle, oltre a mostrare come ho analizzato, seguendo le direttive del mio professore, i dati dell’Atlas database usando un programma di coding chiamato Python».

Un anno a Oxford

E ora, da quest’estate, Giulia inizierà il suo anno di placement. «La più grande esperienza proposta dall’università per potenziare le tue capacità è la possibilità di prendere parte, tra secondo e terzo anno, a un placement. Un placement consiste in un anno lavorativo ben pagato in un’azienda o centro di ricerca, permettendoti di dare un primo sguardo al mondo lavorativo. Dopo diversi colloqui e aver superato anche un test logico-numerico, alla fine ho ottenuto il ruolo nello Science communication placement al Stfc (Science and technology facility council), un’agenzia governativa situata a Oxford che si occupa di ricerca in aree che includono la fisica atomica, nucleare e astrofisica e che fa parte di Ukri, un corpo governativo responsabile nel supportare ricerca in tutto il Regno Unito, in particolare nel dipartimento di fisica delle particelle. Il mio ruolo sarà di presentare al pubblico le ricerche scientifiche scrivendo articoli, preparando video e gestendo i loro social media. È stato davvero emozionante quando mi hanno dato la notizia che avevano deciso di darmi il ruolo e la mia stessa università è stata estremamente contenta, avendo deciso di scrivere un breve articolo sul sito del mio dipartimento e avendolo anche postato sui social in occasione della “Giornata delle donne nella scienza”. Essendo così giovane, è davvero un’occasione d’oro. Tutto il mio impegno è stato sicuramente ripagato».

L’Italia mi manca, ma il desiderio di aprire i miei orizzonti e potermi confrontare con nuove culture è stato più grande delle preoccupazioni di iniziare una nuova vita in un altro Paese. Sicuramente ora vorrei continuare gli studi anche dopo il diploma

E il futuro? «All’inizio qui in Inghilterra non è stato di certo facile, dovendo occuparmi di tutto da sola, ma il sostegno dei miei genitori non è mai mancato, e anche se torno in Italia soltanto in estate e durante le feste comandate, è come se fossero sempre accanto a me, soprattutto grazie alla tecnologia di oggi. L’Italia mi manca, ma il desiderio di aprire i miei orizzonti e potermi confrontare con nuove culture è stato più grande delle preoccupazioni di iniziare una nuova vita in un altro Paese. Sicuramente ora vorrei continuare gli studi anche dopo il diploma, ma ammetto di non sapere ancora di preciso che argomento vorrei trattare nel mio dottorato. Ce ne sono così tanti che mi interessano, tra meccanica quantistica, lo studio di galassie lontane e fisica delle particelle che è davvero difficile scegliere. Il placement che inizierò quest’estate sarà un ottimo modo per chiarirmi le idee. Un Paese che mi piacerebbe visitare è la Germania, avendo studiato a livello base il tedesco: il futuro potrebbe anche portarmi a vivere o lavorare lì, chissà».

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