Martina: «Da Valcanale a Londra e Barcellona: così sono cresciuta»

Martina Masserini da Ardesio alle capitali europee.Prima il lavoro nel pub del «Natural History Museum» Ora vive in Spagna ed è impiegata in un call center. Dal piccolo paesino di Valcanale di Ardesio, alle grandi metropoli europee. È l’avventura intrapresa da Martina Masserini, 26enne originaria del borgo dell’Alta Valle Seriana, che risiede a Barcellona, nella capitale della Catalogna, dopo aver vissuto qualche anno a Londra. «Frequentavo le scuole superiori - racconta la giovane -, ma la scuola non è mai stato il mio forte. Così, insieme ad un’amica, quasi per scherzo, abbiamo acquistato due biglietti per Londra e nel novembre 2013 siamo partite.

Doveva essere solamente un’esperienza di qualche mese, e invece eccomi qui, ancora in giro per il mondo». Quattro anni a Londra L’avventura di Martina si è protratta nel tempo: dopo quattro anni a Londra, ora vive a Barcellona, dove lavora in un call center. «Partire da un paesino come Valcanale - spiega - e ritrovarsi catapultata nella città metropolitana più grande dell’Europa occidentale, richiede un’incredibile sforzo di adattamento, data anche l’età che avevo; non è stato facile lasciare gli amici, la famiglia ed il mio nipotino Mirko. Appena arrivata in terra straniera ci sono state molte sfide da affrontare, sicuramente le più grandi erano conseguenza del fatto che parlavo molto poco la lingua inglese, e non avevo alcuna esperienza lavorativa da curriculum.

Con pazienza, senza mai rassegnarmi, dopo circa tre settimane ero riuscita a trovare il mio primo lavoro in una caffetteria all’interno del “Natural History Museum”. Durante questo periodo ho cambiato vari impieghi, sempre nel settore della ristorazione; all’inizio era abbastanza difficile trovare il posto giusto, ma poi, migliorata la dimestichezza con l’inglese, sono riuscita a trovare un buon lavoro. Dopo due anni infatti, avendo oramai imparato molto bene la lingua e capito come funzionava la città, ho iniziato a stabilizzarmi nel quartiere vicino casa, dove avevo trovato occupazione in un pub/ristorante. Una sorta di “bar di paese”, dove mi sono sentita in famiglia e ho avuto l’opportunità di conoscere e lavorare con veri inglesi, cosa non scontata a Londra».

Il salto a Barcellona Nel gennaio 2018 la 26enne lascia la terra inglese per trasferirsi a Barcellona. «Ho scelto Barcellona - sottolinea - perchè innanzitutto volevo rimanere in Europa, ed essendo la Spagna il paese più simile all’Italia per quanto riguarda tutto ciò che mi mancava a Londra, mi è sembrata la decisione più sensata. Barcellona è una città grande, ma non quanto Londra, calda ma non troppo, con mare, colline e montagne, tantissima storia e cultura. Certo, la vita è cara anche qui, ma niente di paragonabile a Londra. Ho iniziato a imparare la lingua spagnola e, una volta sistemate tutte le questioni burocratiche, avevo trovato lavoro prima in un’agenzia di promozione turistica, poi in un call-center, dove sono impiegata tutt’ ora. Si dice che italiani e spagnoli siano cugini, ebbene sì, per certi aspetti la vita in Spagna non è così tanto diversa da quella in Italia».

Una grande metropoli immersa nella natura. «Barcellona è stato un bel cambio per quanto riguarda la maggior parte delle cose - prosegue l’ardesiana -: come natura è messa molto bene, c’è il mare che per essere una città così grande ed inquinata, rimane molto pulito e non appena si lascia la città, e si sale in Costa Brava verso il confine con la Francia, ci sono località davvero spettacolari. Fantastici poi i parchi, la città ne è davvero piena ed è abbracciata dal parco naturale di Collserola. E i monti, da luoghi di culto come Montserrat alla montagna di sale di Cardona, salendo sempre più su verso i Pirenei, le zone vulcaniche, la Val de Nùria, La Molina e, poco più in là, il principato di Andorra. La “Catalunya” è veramente un posto tutto da scoprire. La storia e cultura di questa città, li definirei al pari di qualsiasi posto in Italia, ogni angolo ha qualcosa di interessante: le bellissime opere di Antoni Gaudì tra cui l’immensa Sagrada Familia, che ho la fortuna di avere vicino a casa, o le passeggiate per le vie del quartiere gotico, il più antico della città, senza dimenticare l’arte moderna».

Anche il cibo non è da meno, ma c’è la malinconia di qualche prelibatezza tipica di casa. «Qui il cibo è molto buono, il vino pure, però mi mancano i nostri piatti tipici, i vini bianchi del nord Italia ma soprattutto i formaggi locali; infatti il pacco della mamma è sempre molto gradito. Sicuramente poi tra le cose che mi mancano di più, oltre ovviamente alla mia famiglia e agli amici, c’è la tranquillità del mio paese d’origine. L’aria pulita, il silenzio, il guardare il cielo e trovarlo sempre colmo di stelle. Oltretutto mi manca la sicurezza del posto, essendo un paese molto piccolo non c’è nulla da temere, è raro che capiti qualcosa. Sia a Londra che a Barcellona, invece, è sempre meglio avere gli occhi ben aperti. Se dovessi tornare indietro, rifarei assolutamente tutto quanto nello stesso modo: partire è stata la decisione migliore che potessi prendere, sia per me come persona che per la mia carriera professionale. È un’esperienza fantastica il poter vivere in città straniere ed avere l’opportunità di imparare ed assorbire le varie culture. Ma soprattutto, stare lontani, aiuta a riscoprire anche la bellezza di casa propria».

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected] .

© RIPRODUZIONE RISERVATA