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Domenica 13 Luglio 2025
Nominato Alfiere da Mattarella: «La matematica contro i tumori»
LA STORIA. La storia di Andrea Poiatti, a 18 anni il titolo per meriti scolastici. Dopo 10 anni le ricerche tra Vienna e Ratisbona per studiare equazioni per la medicina preventiva.

Quando aveva diciotto anni, nel 2015, è stato nominato Alfiere del Lavoro dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per meriti scolastici. Oggi, dieci anni dopo, Andrea Poiatti ha ottenuto il finanziamento per due borse di studio post dottorali a Vienna e Ratisbona, grazie alle quali può dedicarsi allo studio di equazioni della biologia da un punto di vista teorico, con sbocchi anche nel campo della medicina preventiva.
Dopo essersi diplomato a pieni voti al liceo scientifico «Mascheroni», Andrea decide di optare per un percorso prettamente scientifico, iscrivendosi alla triennale in Ingegneria matematica al Politecnico di Milano. «Stavo per iniziare il primo anno di università, quando a casa arrivò una telefonata – racconta Andrea, che oggi ha 28 anni –. Ricordo ancora i primi due numeri: “06”, il prefisso di Roma. Chiamavano dalla Federazione nazionale cavalieri del Lavoro, per comunicarmi che ero stato selezionato tra i 25 Alfieri che, per meriti scolastici, sarebbero stati premiati il mese successivo a Roma. Andai nella capitale il 22 ottobre 2015: il giorno dopo si tenne la cerimonia nella Sala dei Corazzieri con Mattarella, con il quale abbiamo avuto modo di parlare a tu per tu. Una delle impressioni più nitide che mi è rimasta è il suo sguardo quando ci ha stretto la mano: ha degli occhi azzurri che quando ti guardano sembra che ti scrutino l’anima».
La matematica per la medicina
Tornando all’inizio del suo percorso universitario, la scelta deriva anche dal suo background familiare: «Venendo da una famiglia di medici – spiega –, ho sempre vissuto in un mondo in cui l’aiuto verso gli altri era una cosa importante. Non ho mai visto il lavoro come qualcosa di fine a se stesso, ma ho sempre avuto l’idea che anch’io nel mio piccolo dovessi essere utile. Quindi, avevo scelto Ingegneria matematica perché soprattutto al Politecnico c’era un gruppo di ricerca del professor Alfio Quarteroni che si occupa di applicare la matematica alla medicina, facendo simulazioni attraverso metodi matematici avanzati per ottenere risultati in ambito clinico». Il percorso universitario di Andrea prosegue con una magistrale in Computational Science and Engineering. «Durante il percorso magistrale, mi sono focalizzato molto sul calcolo scientifico, cioè usare la matematica per una parte più computazionale, costruire e simulare modelli. Mi sono accorto che in realtà avevo anche una passione per la teoria più astratta, che a un certo punto è diventata quasi preponderante». Da qui anche la scelta della tesi magistrale: «Mi sono rivolto al professore di Analisi reale e funzionale, il corso più avanzato di Analisi. Da lì mi sono avvicinato sempre di più a questo mondo e poi, in modo abbastanza naturale, il dottorato ha seguito questa scelta».
Il dottorato alla Sorbona
La scelta per il periodo di dottorato ricade su Parigi, città che ha esercitato su Andrea un grandissimo fascino fin da subito. «Ho trascorso tre mesi alla Sorbona, in uno dei laboratori più rinomati a livello mondiale nel mio ambito, quello delle equazioni differenziali alle derivate parziali. Una sorta di “La Mecca” dei matematici. È stata un’esperienza assolutamente formativa, sia dal punto di vista scientifico, perché ho potuto conoscere e collaborare con professori di fama mondiale, sia dal punto di vista umano». Durante il terzo anno di dottorato, Andrea scopre la possibilità di ottenere un finanziamento per un progetto di ricerca post dottorale. «La speranza – afferma – era di rimanere in Italia, ma purtroppo i fondi sono sempre insufficienti. Quando stavo per finire il dottorato, non c’erano finanziamenti o posizioni di post-doc a cui avrei potuto partecipare. Quindi ho optato per l’estero: in Austria c’era una possibilità e l’ho colta al volo. Si trattava di un finanziamento a livello statale che mi avrebbe permesso di ottenere un posto da ricercatore per tre anni all’Università di Vienna. Ho proposto un mio progetto a maggio 2023: a ottobre avevo ottenuto risposta che era stato valutato positivamente e finanziato per i tre anni successivi».
Il post-doc in Austria
Da marzo 2024 Andrea è a capo del progetto, che durerà fino a marzo 2027: «Mi occupo dello studio di equazioni della biologia da un punto di vista teorico – dice Andrea –. L’idea è quella di studiare come le membrane cellulari, che avvolgono ogni cellula eucariote, si muovono e interagiscono con l’interno e l’esterno della cellula. Tutti questi fenomeni sono modellati tramite delle equazioni: lo scopo del progetto è proprio quello di dare una teoria analitica. Questo aiuterebbe a costruire un modello solido, da cui poi si potrà creare delle simulazioni per vedere come la membrana evolve nel tempo e, inoltre, costruire dei modelli realistici anche per la previsione». Queste equazioni si usano, per esempio, anche per lo studio dei tumori: «Partendo dai dati di un paziente che ha un tumore, se si conosce il modello con cui evolve, si riesce a simulare che cosa succederà al tumore nel giro dei prossimi dieci anni. E si possono anche fare delle sperimentazioni: vedere, cioè, cosa succede aggiungendo una determinata terapia».
«Mi piacerebbe anche rientrare in Italia a un certo punto. Bergamo per me è casa, lì ho tutta la mia famiglia e la mia fidanzata»
Andrea aveva partecipato anche alla selezione per un’altra borsa post-doc, questa volta in Germania, a Ratisbona. «L’idea di ricerca era simile: ad aprile 2024, quando avevo già iniziato a Vienna, ho scoperto di aver vinto anche questa borsa. Avendo in corso già un altro progetto, abbiamo concordato di fare tre mesi all’anno a Ratisbona, al posto di due anni consecutivi. In questo momento mi trovo proprio nella città tedesca».
La collaborazione con Ratisbona
A Vienna, Andrea vive vicino al Castello di Schönbrunn. «Un posto un po’ fuori dal centro, ma comunque ben collegato. Vienna è una città che lascia stupiti e intimoriti le prime volte, con i suoi edifici storici. Anche Ratisbona è una bellissima cittadina, affascinante e spesso sottovalutata. Due posti ideali per me che, da sempre, sono appassionato di arte e di storia, una passione che ho ereditato da mio nonno, che è stato professore di matematica al liceo “Lussana”, e da mia nonna, che ha insegnato latino e italiano alla scuola media ex Petteni».

Per il futuro il desiderio è quello di continuare con la carriera accademica, diventando professore associato. «Mi piacerebbe anche rientrare in Italia a un certo punto. Bergamo per me è casa, lì ho tutta la mia famiglia e la mia fidanzata. Quando torno mi piacciono le sue tradizioni e il mio cuore è sempre lì. Ne parlo sempre qui all’estero, adesso con l’Atalanta è anche facile far capire dove si trova la città».
Bergamo senza confini
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].
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