«Abitare la cura», con Kendoo
la solidarietà bergamasca mette le ali

Gli oltre 3,5 milioni di euro raccolti durante il lockdown lanciano la piattaforma di crowdfunding: è terza in Italia nel settore.

È nei momenti più difficili che si vede di che pasta è fatta davvero una comunità. E Bergamo, proprio nelle settimane più drammatiche della pandemia, ha saputo tirare fuori tutta la solidarietà di cui è capace. Lo ha fatto aderendo in massa, nei mesi del lockdown, ad «Abitare la cura», la raccolta di fondi promossa da L’Eco di Bergamo, Caritas Diocesana e Confindustria Bergamo (con il sostegno di Fondazione Humanitas, Mia e tante imprese del territorio), istituita sulla piattaforma Kendoo, che grazie a questa iniziativa è balzata nel 2020 al terzo posto in Italia per donazioni raccolte.

Il report di Starteed

A rivelarlo è il report di Starteed, che censisce ogni anno tutte le maggiori piattaforme di crowdfunding italiane. Grazie agli oltre 3,5 milioni di euro raccolti nella primavera dell’anno scorso (su un totale di 31 milioni di euro a livello nazionale, 100 dal 2015), Kendoo si è piazzata sul podio dietro a ForFunding, con 9,76 milioni di raccolta, e Rete del Dono (4,2 milioni). Un risultato eccezionale, se si considera che la piattaforma di Media On (società del Gruppo Sesaab che edita L’Eco di Bergamo) ospita esclusivamente progetti di associazioni o enti senza fini di lucro che hanno una ricaduta sul territorio provinciale.

Aperti così i Covid Hotel

All’iniziativa hanno aderito circa 3.500 tra piccoli e grandi donatori, tra privati e aziende, che hanno reso possibile raggiungere l’obiettivo in meno di due mesi di raccolta. Con «Abitare la cura» è stato possibile aprire due strutture alberghiere (il Winter Garden Hotel di Grassobbio e il Bes Hotel di Mozzo) chiuse ai tempi del confinamento di marzo e aprile, per ospitare i malati di Covid-19 che venivano dimessi dall’ospedale, ma che per motivi di sicurezza non potevano fare rientro nelle loro abitazioni.

L’esperienza di «Abitare la cura» ha dato il via, di fatto, al modello dei Covid Hotel, che è poi stato esportato in altre zone d’Italia e anche all’estero, dove queste strutture sono ancora in funzione. Si tratta di un’esperienza pionieristica (premiata nell’ambito del «Lean Healthcare e Lifescience Award», il riconoscimento che viene conferito per i migliori progetti di riorganizzazione nel mondo dell’assistenza sanitaria), nella terra più colpita dalla prima ondata del virus, frutto certamente della capacità di Ats di operare sul territorio, ma anche della spinta organizzativa alla quale la raccolta fondi ha senz’altro contribuito.

«Raccolta straordinaria»

«È stata una scommessa grande – spiega Fabrizio Fustinoni, coordinatore del progetto Kendoo –, anche perché quando è stata aperta la prima struttura, la cifra non era ancora stata raccolta. Stiamo parlando di una raccolta davvero straordinaria, considerando che dal 2011 al 2019 la piattaforma aveva raccolto complessivamente 500 mila euro, proprio per via delle sue caratteristiche, per cui vengono finanziati solo progetti su scala provinciale, promossi da associazioni no profit. E questa è anche la dimostrazione che nell’emergenza di un momento drammatico e di un’intensità incredibile, la reazione dei bergamaschi non è mai quella di scoraggiarsi, ma di rimboccarsi le maniche e aiutare il prossimo».

Un legame, quello de L’Eco e della comunità bergamasca con le raccolte di fondi, che rappresenta il valore di fare sintesi di fronte all’emergenza e che risale nel tempo fin dal terremoto di Messina agli inizi del Novecento, passando per i soldi raccolti a favore delle famiglie degli operai dello sciopero di Ranica, fino al terremoto in Armenia e a quello del Friuli. Tutte iniziative che ancora oggi legano il nostro giornale alle popolazioni che ne hanno avuto beneficio.

Quest’anno, poi, sarà il decimo di attività per la piattaforma di Media On; chiusa la parentesi di «Abitare la cura», Kendoo continuerà ad aiutare concretamente altri progetti di solidarietà (la piattaforma offre la possibilità di pubblicare online il proprio progetto, perché possa ottenere la cifra necessaria per realizzarlo in un determinato periodo di tempo). Dal 2011 ad oggi sono 54 quelli che hanno ricevuto un sostegno economico grazie alle raccolte di fondi organizzate in questo modo.

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