Abusi sulla figliastra di 14 anni
Lei scatta delle foto, patrigno arrestato

Bassa bergamasca, in carcere un italiano di 41 anni. La presunta violenza nel giugno scorso. L’indagine affidata ai carabinieri di Treviglio.

Non ha ancora 15 anni, eppure ha avuto la freddezza di fotografare il patrigno mentre stava abusando di lei e di andare poi a denunciarlo. In caserma s’è presentata con un’amica, probabilmente perché aveva perso fiducia nella madre. Due anni fa, infatti, aveva già denunciato l’uomo, ma non era stata creduta. Stavolta, invece, la giustizia, seppur con un percorso non proprio diretto, ha riconosciuto i gravi indizi di colpevolezza. E così il convivente della madre – un uomo di 41 anni della Bassa – giovedì 21 novembre è finito in carcere con l’accusa di violenza sessuale su minore.

L’episodio è del 5 giugno scorso. Mentre è solo in casa, sul divano con l’adolescente (figlia di un altro uomo) e la bimba piccola avuta dalla convivente, ne approfitta per commettere un abuso sull’adolescente. Lei, senza farsi accorgere, afferra il telefonino e scatta foto. Poi corre in bagno e con un cotton-fioc preleva la saliva dell’uomo nelle parti in cui quest’ultimo l’aveva baciata. S’inventa l’esigenza di andare a casa di un’amica in un paese vicino e si fa accompagnare in auto proprio dal patrigno. Con l’amica va a bussare alla caserma. Ai carabinieri racconta ciò che le avrebbe fatto il convivente della madre e mostra le immagini. Parole in virtù delle quali il pm Gianluigi Dettori aprirà poi un fascicolo. Ma la ragazza deve tornare a casa e c’è il rischio che l’uomo venga a sapere. Così, i militari si inventano una scusa: contattano telefonicamente la madre e le dicono che la figlia è in caserma perché è caduta e s’è ferita leggermente dopo aver perso il cellulare, poi ritrovato. Ricoverata in ospedale, la ragazza ci finisce davvero: è un espediente per tenerla lontana dall’uomo. La madre verrà informata solo giorni dopo del vero motivo e da lì in poi la donna con le due figlie sarà trasferita in una comunità protetta.

Nel giro di un paio di giorni il pm Dettori chiede il carcere per l’indagato. Il 10 giugno il gip Marina Cavalleri respinge però la richiesta per mancanza di un grave quadro indiziario. Non ci sarebbe la certezza che le immagini siano relative all’abuso sulla quattordicenne. Nonostante, ribatte l’accusa impugnando al Tribunale del riesame, si vedessero abiti simili e un braccialetto identico a quello portato solitamente dalla ragazzina. A influire sul giudizio del gip è anche la consulenza della psichiatra dell’infanzia nell’ambito di un’inchiesta del pm Carmen Santoro scaturita dalla precedente denuncia (2017) dell’adolescente, che il pm Dettori inserisce nel nuovo fascicolo. La dottoressa riteneva l’atteggiamento della ragazza «esibizionistico e istrionico». Sicché l’adolescente quella volta non viene creduta e le accuse nei confronti del patrigno cadono.

Il Riesame però a luglio accoglie il ricorso del pm Dettori, riconoscendo che la ragazza non è stata imbeccata da terze persone per la sua iniziativa, che il suo racconto non è enfatizzato, tanto che accusa l’uomo di un solo episodio, e che l’indagato non ha mai fornito una versione alternativa. Sarebbe subito carcere, se il legale dell’indagato non ricorresse in Cassazione. Il provvedimento rimane in sospeso. Fino a mercoledì, quando da Roma arriva il responso: la Corte suprema sposa l’interpretazione del Riesame. L’uomo viene rintracciato ieri e portato in carcere.

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