Addio a Pietro Snaiderbaur
È stato l’«ultimo» provveditore

Ricoprì l’incarico fino al 2004, dopo di lui i dirigenti scolastici. Collaborò anche con l’Università. Il rettore: «Un uomo delle istituzioni»

Gentile, riservato, sempre generoso nel donare il proprio tempo, ma soprattutto un uomo con un fortissimo senso del dovere nel suo servire lo Stato. Un giudizio unanime quello dato alla notizia della scomparsa del cavalier Pietro Snaiderbaur dalle tante persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo sia nella vita professionale sia in quella privata.

Pietro Snaiderbaur, 83 anni ad agosto, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza a Catania è arrivato nella nostra città nei primi anni ’70 per ricoprire il ruolo di funzionario a quello che una volta si chiamava Provveditorato agli Studi. Nel 2001, all’apice della sua carriera, viene chiamato a ricoprire l’incarico di provveditore. Incarico che manterrà fino al 2004, anno del suo ritiro dal mondo del lavoro. Durante l’arco della sua carriera Pietro Snaiderbaur ha ricoperto anche ruoli significativi in università collaborando con l’attuale rettore Remo Morzenti Pellegrini in occasione dell’avvio nei primi anni Duemila del corso di Legislazione scolastica, nell’ambito della Facoltà di Scienze della Formazione.

«Pietro Snaiderbaur merita un ricordo speciale – sottolinea il rettore –. Maestro della legislazione scolastica applicata, è stato fino in fondo un uomo delle istituzioni. Un uomo dal tratto signorile, mai scomposto nemmeno nelle discussioni più accese, sapeva trovare sempre il giusto punto di contatto per mediare e risolvere qualunque questione. Possiamo dire che è stato l’ultimo vero provveditore perché – spiega Morzenti Pellegrini – ha percorso tutta la carriera all’interno dell’istituzione scolastica per poi diventarne all’apice provveditore. Dopo di lui invece sono state nominate nella medesima funzione quelli che oggi si chiamano dirigenti degli Uffici scolastici provinciali. La scuola gli deve davvero molto. A nome di tutto l’Ateneo un pensiero di sentita vicinanza alla sua famiglia».

«Una persona gentile e riservata, sempre pronta ad aiutare i colleghi e chiunque si rivolgesse a lui – conferma Luigi Roffia, già dirigente dell’Ufficio scolastico di Bergamo e Lecco –. Snaiderbaur lascia un grande ricordo perché è davvero difficile trovare persone del suo calibro». Un commosso ricordo di Snaiderbaur arriva anche dalla Sicilia: «Piero è stato un dono per la sua famiglia, per la scuola e il Provveditorato di Bergamo, per gli amici tutti, ai quali non ha mai fatto mancare il sostegno, l’aiuto, il saggio consiglio, il conforto, la gentilezza e il garbo del dono – ha scritto al nostro giornale il preside Giuseppe Adernò –. Grazie Piero per la testimonianza fedele e coerente di professionista impegnato, rispettoso delle regole, della legalità e della giustizia».

Davvero tante le telefonate ricevute dalla famiglia, così numerose da stupire anche la figlia Fernanda: «Ascoltare i tanti ricordi fatti di mio padre mi ha davvero commosso, anche perché lui era una persona molto riservata che teneva ben distinta la vita lavorativa da quella sua più intima e famigliare. Mio padre ha avuto la capacità di esserci sempre, ma al tempo stesso di lasciarmi libera di fare le mie scelte. Mi è sempre stato accanto, senza mai soverchiare la mia persona». Tanti gli insegnamenti che ha lasciato: «Aveva un senso del servire lo stato fortissimo. Mi diceva sempre che qualunque cosa si faccia nella vita bisogna ricordare sempre che lo si fa per gli altri»

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