Al via il primo giorno di scuola
Dopo 6 mesi, chiamata per 200 mila

È probabilmente l’inizio di anno scolastico più atteso e, allo stesso tempo, temuto. Per gli studenti, gli insegnanti e le famiglie l’anno scolastico 2020/2021 inizia nella Bergamasca questo tanto atteso lunedì 14 settembre.

Sono circa 200 mila le persone (studenti, insegnanti, collaboratori scolastici e personale amministrativo) che in provincia di Bergamo si sposteranno, per i prossimi mesi, per ragioni scolastiche. Dopo oltre sei mesi le scuole torneranno ad aprire le porte a bambini e ragazzi, la didattica tornerà a essere in presenza dopo contatti e lezioni virtuali. Sarà una scuola diversa da come l’avevamo lasciata a fine febbraio: dal punto di vista dello spazio fisico, delle possibilità di movimento, e della didattica.

I sorrisi solo dietro le mascherine, i banchi distanziati, l’intervallo nei corridoi solo un ricordo lontano. E poi gli ingressi e le uscite scaglionate, i percorsi personalizzati per raggiungere le aule, la mensa (in molti casi) in classe, le sanificazioni continue degli ambienti. Una nuova normalità aspetta la comunità scolastica, che negli ultimi mesi ha lavorato per arrivare a oggi il più preparata possibile. Sono stati affrontati tanti problemi: alcuni sono stati risolti, altri lo saranno solo grazie all’esperienza che giorno per giorno permetterà alle scuole di limare i dettagli delle nuove procedure e dei nuovi modi di stare insieme.

A partire dal trasporto. Gli autobus potranno portare l’80% del carico previsto (per viaggi superiori ai quindici minuti, per viaggi di una durata inferiore invece sarà consentito il pieno carico). I pullman in città arriveranno in zona stazione, come in passato, e allora la vera prova sarà l’utilizzo del sottopasso di via Gavazzeni, a senso unico la mattina per evitare affollamenti. Il Coordinamento dei comitati genitori, insieme al comitato «Vado a scuola sicuro», anche quest’anno ha predisposto un modulo per la segnalazione di difficoltà o di disagi sul trasporto scolastico: il questionario sul sito www.vadoascuolasicuro.it .

La parola d’ordine, in ogni momento e in ogni luogo, sarà «vietati gli assembramenti»: nelle scuole questo sarà evitato grazie a specifici percorsi per ogni classe. Nelle aule sono scomparsi i banchi a due posti: hanno lasciato spazio a quelli più piccoli, con le rotelle, inviati dal ministero dell’Istruzione, oppure dai banchi monoposto, anch’essi forniti dal Roma. In molte scuole però questi nuovi arredi non sono ancora arrivati (come al Manzù, dove se ne attendono 1.500), e per il momento i dirigenti hanno trovato soluzioni alternative e creative. Fondamentale comunque il rispetto delle «rime buccali»: un metro di distanza da un banco all’altro, due metri tra la cattedra e i banchi. Una volta seduti al proprio banco, e nelle aule dove le distanze verranno rispettate, gli studenti potranno togliere la mascherina che altrimenti dovrà sempre essere indossata. Sarà fornita dalla scuola, a cui dovrebbe inviarne il Ministero: in Bergamasca le forniture sono arrivate a macchia di leopardo. Il 2020/2021 sarà anche l’anno della Didattica digitale integrata, il piano B nel caso di lockdown generale, locale o semplicemente d’istituto, il regolamento di cui ogni scuola si è dotata per far fronte a ogni emergenza e continuare la scuola, anche se dovesse essere a distanza.

Alcuni temi sono ancora parzialmente da chiarire, come la necessità di certificati medici per rientrare a scuola dopo una malattia, che i dirigenti scolastici chiedono a gran voce. Oppure il reclutamento dei supplenti, che non è ancora terminato: all’Ufficio scolastico territoriale c’è la certezza che i 3.800 insegnanti che ancora non sono stati individuati per l’organico bergamasco verranno trovati a breve. Ma tra tante difficoltà la cosa più importante era riportare tutti gli studenti in classe, a imparare in presenza: lo hanno sottolineato tutti i dirigenti scolastici della provincia. «Abbiamo una responsabilità verso i giovani – ha detto la dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale Patrizia Graziani nel suo saluto di inizio anno alla comunità scolastica –, un dovere che ci siamo assunti e che confermiamo in ogni nostra azione e soprattutto in tempi di crisi pandemica, economica e di valori civili. Noi tutti vogliamo aiutare e supportare i giovani a trovare loro la migliore vita possibile in una società più giusta, sana e solidale. Ripartiamo insieme e guardiamo con occhi nuovi al futuro, per renderlo migliore dopo il Covid».

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