Asse Pd-M5S, Stezzano apripista
Palafrizzoni, è feeling (sottotraccia)

Nell’hinterland la Lega è stata battuta proprio grazie all’inedito tandem Pd-5 Stelle. Il «regista» Bresciani: «Lungimiranti». Ma i partiti: «Scelta territoriale, non c’è accordo politico».

Un po’ se la ride Luigi Bresciani a vedere che a Roma stanno (faticosamente) cercando di copiare il «modello Stezzano». E a Palafrizzoni il sindaco Giorgio Gori non nasconde i buoni rapporti con alcuni esponenti dei pentastellati, tra cui i suoi ex sfidanti Dario Violi (in Regione) e Nicholas Anesa (in Comune).

Stezzano apripista

Nell’hinterland, alle amministrative del maggio scorso, l’inedito asse Pd-Stelle (sotto la sigla civica «Stezzano Futura») ha chiuso il decennio leghista col 47,21% dei voti. «Pensare alla fatica che abbiamo fatto per far capire che era possibile...», si toglie qualche sassolino dalle scarpe l’ex numero uno della Cgil bergamasca, «regista» dell’operazione che nell’establishment dei partiti qualche diffidenza l’ha creata. «Diciamo che non era guardata con simpatia. Di bastoni tra le ruote o veti non ne hanno messi, ma non è arrivata nessuna “benedizione” – ammette –. Probabilmente se non ci fosse stata l’autorevolezza derivata dal mio precedente ruolo pubblico, sarebbe stato ancora più difficile far passare l’idea che per vincere bisognava andare insieme». I numeri gli hanno dato ragione. «E in effetti è vero: il sindaco (Simone) Tangorra è il nostro Conte – accetta, con le debite proporzioni e ironia, il paragone – e io il vicepremier del Pd. Si può dire che lo “schema” di Stezzano è quello che stanno cercando a livello nazionale». A Stezzano ci sono voluti due mesi per chiudere la trattativa. «Forti di 5 anni di opposizione comune alle spalle – Bresciani ricostruisce il “dietro le quinte” – non è stato difficile trovare la quadra sul programma. Più duro, come sempre, è stato mettersi d’accordo sui nomi». Per i quali ringrazia il Pd locale «per la generosità e lungimiranza dimostrate», rinunciando a un candidato sindaco «targato». Per ora, però, il «caso Stezzano» potrebbe restare un unicum. E non solo perché i 5 Stelle non sono radicati omogeneamente sul territorio (in molti comuni non sono pervenuti). «Quella di Stezzano è stata una dinamica prettamente territoriale, senza accordi provinciali tra partiti. Ma dove ci sono coerenza programmatica e condivisione ben venga la collaborazione», precisa il segretario dei dem bergamaschi Davide Casali che stamattina ha convocato la direzione proprio per ascoltare gli umori degli iscritti su quanto sta accadendo a Roma. Anche il consigliere regionale pentastellato Dario Violi parla dell’alleanza giallo-rossa di Stezzano «come una scelta dei militanti locali dei 5 Stelle, che hanno deciso di non presentarsi col simbolo e di lavorare con le altre opposizioni». Insomma nessun «patto» col Pd. «Per le comunali di primavera – anticipa Violi – potranno esserci delle alleanze ma solo con liste civiche. Senza dubbio la nostra linea non cambia, andiamo per la nostra strada». Anche se a livello romano si chiuderà l’accordo. «Per le prossime Regionali – precisa infatti Violi –, anche se il Pd ha cercato dei contatti, ci muoveremo in autonomia».

Gori: «Con alcuni si può lavorare»

Smentendo la ricostruzione di un appoggio grillino a Giorgio Gori. «Se ha vinto al primo turno distaccando Stucchi di 16 punti – sostiene Violi – vuol dire che l’hanno votato anche un po’ di leghisti e un po’ di centrodestra. Di certo noi non abbiamo dato nessuna indicazione, visto che avevamo un candidato (Nicholas Anesa, ndr). Gori lo sento spesso, ma per spirito di servizio alla ricerca di soluzioni per il territorio, non certo per costruire alleanze». Gori che in un’intervista a «Il Foglio» di ieri conferma di voler dare una chance al governo giallo-rosso, oggi sarà a Roma per portare a Nicola Zingaretti le istanze dei sindaci, convinto che il «matrimonio» si possa fare.«Anche se tra i 5 Stelle c’è tutto e il suo contrario – mette in guardia –. Ci sono però persone come Violi con cui si può collaborare o come Anesa col quale siamo vicini su molti temi programmatici, dall’ambiente ai giovani». Anche Gori nega l’aiuto nelle urne («Mi hanno dato una mano nel senso che hanno preso poco, non che hanno votato me...») e ritiene prematuro immaginare collaborazioni «strutturate» sui territori, ma non nasconde che un feeling con i grillini a Palafrizzoni ci sia già, anche se sottotraccia. Anesa però fa l’equilibrista: «Vado d’accordo con Gori, anche se non siamo mai usciti a cena, come con Stucchi, che siede vicino a me in Consiglio comunale. Certo su alcuni temi siamo più vicini a Gori, ma sia lui sia Stucchi restano lontani dal nostro modo di intendere la politica».

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